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Ad oggi nel complesso sono ricoverati negli ospedali di Modena 188 pazienti Covid positivi: 68 a Baggiovara e 120 al Policlinico. Di questi, sono in terapia intensiva 34 pazienti, dei quali 13 nella terapia intensiva del Policlinico di Modena e 21 a Baggiovara, e 9 pazienti in sub intensiva, distribuiti tra i due ospedali. In degenza ordinaria sono seguiti 145 pazienti, 44 all’Ospedale Civile di Baggiovara e 101 al Policlinico.
La ricerca clinica
A Modena ad oggi sono attive 12 ricerche
- 2 studi clinici interventistici con farmaco che studiano due diverse molecole (Studio clinico interventistico: qualsiasi studio sull'uomo finalizzato a scoprire o verificare gli effetti clinici, farmacologici e/o altri effetti farmacodinamici di uno o più medicinali sperimentali, e/o a individuare qualsiasi reazione avversa ad uno a più medicinali sperimentali, e/o a studiarne l'assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l'eliminazione, con l'obiettivo di accertarne la sicurezza e/o l'efficacia.
Questa definizione include le sperimentazioni cliniche effettuate in un unico centro o in più centri, solo in Italia o anche in altri Stati membri dell'Unione europea (D. lgs. 211 del 24 Giugno 2003)
- 1 Profit con il farmaco Sarilumab dal titolo: “Studio adattativo di fase 2/3, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, per valutare l’efficacia e la sicurezza di sarilumab in pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19” Promotore: Sanofi-Aventis
- 1 non profit con il farmaco Tocilizumab dal titolo: “TOCIVID-19 –Studio multicentrico su efficacia e sicurezza di Tocilizumab nel trattamento della polmonite da COVID-19” Promotore l’Istituto Nazionale Tumori, IRCSS, Fondazione G. Pascale di Napoli
- 2 Programmi di uso terapeutico di Novartis Farma per due diversi farmaci (Programma di uso terapeutico, anche detto «expanded access program»: impiego di medicinali nell'ambito dell'uso compassionevole in piu' pazienti, sulla base di un protocollo clinico definito e identico per tutti i pazienti (DM 7 settembre 2017 - GU n.
256 del 2-11-2017):
- “Programma di uso terapeutico del Canakinumab nella sindrome da rilascio di citochine in pazienti con polmonite indotta da COVID-19”. Si tratta di un farmaco utilizzato per il trattamento della febbre periodica autoinfiammatoria, della malattia di Still e dell’artrite gottosa. Lo studio valuta come il farmaco agisce bloccando il gene che attiva la produzione di mediatori infiammatori.
- “Ruxolitinib Managed Access Program (MAP) per pazienti con diagnosi di COVID-19 e con patologie polmonari gravi/molto gravi” Ruxolitinib è un inibitore della via di trasmissione del segnale mediata da Jak, con effetti antinfiammatori legati all’inibizione del rilascio di citochine e quindi potrebbe essere in grado di mitigare gli effetti di una severa reazione infiammatoria (sindrome da rilascio di citochine) che può verificarsi in corso di COVID-19.
- 8 studi attivi no profit sia osservazionali che interventistici senza farmaco che riguardano pazienti COVID+
Il numero di ricerche in corso di approvazione
- 2 studi interventistici con farmaco, profit, in valutazione preliminare presso la Commissione Tecnico scientifica di AIFA che coinvolgeranno l’AOU come centro partecipante per i quali saremo in grado di dare più informazioni in un comunicato successivo;
- 2 studi interventistici con farmaco, no profit, in valutazione preliminare presso la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA con Promotore l’AOU di Modena.
- 10 studi no profit sia osservazionali che interventistici senza farmaco in fase di valutazione o presso il Servizio Formazione, Ricerca, Innovazione o presso il Comitato Etico di Area Vasta Emilia Nord che riguardano sempre pazienti COVID+ e che vedono la presenza di promotori diversi.
'l Tocilizumab è un farmaco biotecnologico, già in uso soprattutto per il trattamento dell'artrite reumatoide, e dell'artrite idiopatica giovanile sistemica, una grave forma di artrite reumatoide dei bambini. Esso è un inibitore specifico dell'interleuchina 6, una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie in cui vi è una importante risposta infiammatoria, in particolare le malattie autoimmuni. Ebbene, nelle più gravi polmoniti da COVID19, quelle che hanno la prognosi più severa, si è notato che il problema principale non è il virus ma l'abnorme risposta del sistema immunitario che produce una risposta infiammatoria esagerata, la così detta 'tempesta citochinica', responsabile del danno polmonare. Ebbene, questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina 6e la sua inibizione può quindi ridurre questa risposta immunitaria abnorme con eccessiva - spiega Cristina Mussini, direttore Malattie Infettive -. Stiamo avendo risultati importanti sia su questo studio sia sullo studio relativo al Sarilumab che è un farmaco che agisce in modo analogo al Tocilizumab. È fondamentale ricordare che è necessario selezionare i pazienti da sottoporre a queste terapie che possono avere effetti collaterali sulla presenza di altre infezioni diverse dal COVID19. Non tutti i pazienti, inoltre, reagiscono allo stesso modo. Il protocollo AIFA è stato condiviso con tutta la Provincia. Stiamo mettendo in campo tutte le azioni necessarie per offrire ai nostri pazienti le terapie migliori a disposizione. Il nostro obiettivo è non solo far guarire le persone ma anche ridurre il più possibile il tempo in cui vengono sottoposti a terapie di supporto respiratorio invasivo opere ridurre i tempi di riabilitazione'.