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Il last minute non è la normalità: capita in alta stagione ma durante il resto dell'anno è molto raro, le guide turistiche lavorano solo con le prenotazioni, hanno sempre un calendario fittissimo. Da quando è scoppiata l'emergenza Coronavirus, a poco a poco sono arrivate le disdette fino al 100% delle cancellazioni: la stagione primaverile ed anche quella estiva è persa. Uno scenario drammatico. Ne ho parlato con Elisabeth Mantovani, guida turistica e storica dell'arte.
'La nostra categoria è in crisi, tra colleghi siamo in continuo contatto, spesso per sostenerci'. Elisabeth è una professionista seria, preparata, ma negli ultimi anni la situazione è radicalmente cambiata:
'in certe regioni sono stati rilasciati patentini anche a chi non aveva una preparazione adeguata, ad esempio si sono abilitate persone che non conoscevano che poche parole di italiano, e poi soprattutto tanti sono gli abusivi: persone senza mestiere che hanno devastato il settore turistico.
Ora tutte queste persone si trovano senza retribuzione e, non avendo competenze, sono forse ancora più allo sbando di noi professionisti'.
Elisabeth mi spiega meglio: 'La Riforma del 2013 ha stravolto il senso della nostra professione. Per cultura ora si intende di tutto, dall'officina al cantiere navale, al negozio di salumi tipici. Anche l'enogastronomia ha risentito degli effetti negativi di questo turismo massificato e anche in questo settore si sono moltiplicati falsi negozi di prodotti tipici e ristoratori improvvisati'.
L
'overtourism è uno dei grossi problemi degli ultimi anni connesso alle dinamiche dell'inquinamento e della destrutturazione dell'ambiente: si tratta di un turismo massificato che crea eccessi sproporzionati di turisti presenti nelle città portando allo snaturamento dei centri storici dove, ad esempio, non si trovano più alloggi per i residenti ma soltanto locali in affitto breve per turisti.
La moda del low-cost ha una grande responsabilità nello svilimento delle professioni turistiche e ha portato paradossalmente anche ad un abbassamento dei guadagni per molti professionisti affermati. 'Una volta si viaggiava uno o due volte l'anno, ora ci sono persone che viaggiano sempre, vogliono spendere poco, stanno poche ore nelle città, vanno solo a mangiare e poi scappano. Questi non si fermano a visitare un museo o una chiesa ma prediligono il cibo e le esperienze sensazionalistiche. Questo modo di aggredire le città e di spremerle come se fossero dei bancomat del divertimento, ha generato numerosi episodi di vandalismo. Questo non è viaggiare, conoscere l'Italia, le sue storie'. L'enogastronomia può sicuramente abbinarsi alla cultura se non si arriva all'eccesso prediligendo la quantità alla qualità. L'eccesso di domanda ha portato anche nella ristorazione al fenomeno dell'improvvisazione e della mancanza di professionalità e di esperienza: ristoratori 'fai da te' pronti a rincorrere guadagni facili'. Altra tragica conseguenza della Riforma, 'Ora nelle istituzioni culturali ci sono troppi uomini di marketing. La cultura, quella vera, è diventata marginale'.
La conversazione con Elisabeth è stata illuminante, molti sono i punti che ignoriamo. Bisogna assolutamente tutelare gli 'ambasciatori della cultura'. Meritocrazia prima di tutto. Questa emergenza sia l'occasione per riflettere sulle conseguenze dell'overtourism, sui patentini facili e sull'abusivismo. Ma lo si faccia sul serio.
Stefano Soranna