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'All'alba, davanti alle porte dell'Agenzia delle entrate di Modena e Reggio Emilia, sono stati appesi striscioni di protesta e sensibilizzazione per la grave crisi che sta colpendo il tessuto sociale più esposto alle scelte economiche e politiche di Confindustria, governo ed Unione Europea a seguito del Lockdown da Covid-19'. A rivendicare l'azione dimostrativa e la campagna «Chiuso per Covid. Paghiamo l'anno prossimo», il movimento 'Dai Mo!' che parafrando lo slogan della campagna elettorale del Sindaco Giancarlo Muzzarelli, vuole porre al centro dell'attenzione le difficoltà e gli effetti negativi della crisi provocata dall'emergenza Covid da operai, disoccupati, piccole partite iva, impiegati, commessi.
'Siamo i lavoratori che mandano avanti questo Paese, sempre più precari, sempre più tartassati, sempre più incazzati' recita il volantino lasciato davanti alle sedi dell'Agenzia, firmato 'Dai Mò!'.
'Perché i nostri soldi stanno finendo, arrivare alla fine del mese è sempre più difficile, ma a suon di finanziamenti e di accordi europei le tasche dei grandi industriali, delle banche e dei politicanti si gonfiano sempre di più. Li hanno chiamati 'Recovery Fund' e 'potenza di fuoco' del governo Conte, ma si tratta di vere e proprie iniezioni di denaro pubblico che andranno nei conti dei soliti noti, magari anche nei paradisi fiscali di Confindustria, e verranno sperperati in grandi opere inutili, cementificazioni, controllo militare e speculazioni di borsa. Tutti debiti che chiederanno di pagare a noi, che siamo già in rosso, con prelievi, tasse e austerità, mentre i loro profitti e patrimoni sono intoccabili, perché per loro la crisi non esiste'.
Continua il volantino firmato Dai Mò: 'Chi decide sul denaro pubblico? Chi decide sulle nostre vite e sul nostro futuro? Gli stessi che vogliono farci scegliere tra la nostra salute e un misero stipendio, tra l’indebitamento e gli stenti. La crisi la paghino loro! Blocco degli affitti e dei mutui. No all'aumento dei prezzi. No a delegare la gestione delle risorse alla Troika, ai partiti alle lobby dell’industria e della finanza'.
I lavoratori firmatari del volantino e degli striscioni di protesta evidenziano come la crisi economica sia stata scaricata da Confindustria, governo ed Unione Europea sulle spalle delle classi popolari, e come di fronte a un autunno che si preannuncia tragico occorra un radicale cambio di rotta: 'L’unica ripartenza che accettiamo è soldi subito sui conti dei lavoratori, disoccupati, partite iva e piccole attività! A noi i debiti a voi i profitti: Ora basta! Cacciate i soldi!'