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Nel 2019 circa il 2% della popolazione residente in provincia di Modena a Modena (12.052 soggetti), è stato trattato presso i Centri di Salute Mentale Circa lo 0,4% della popolazione (2.353 soggetti) era al primo contatto nella vita con i servizi. Hanno ricevuto consulenza psichiatrica 1.922 soggetti presso l’Ospedale di Baggiovara, 1.162 soggetti presso l’Ospedale di Carpi e 964 presso il Policlinico di Modena. Circa 400 i soggetti provenienti da altre province.
La diagnosi più frequentemente formulata per le persone trattate presso i CSM è stata la psicosi (40,3%), per i soggetti al primo contatto quella di nevrosi (50,2%). Anche per l’utenza in carico (9.371 soggetti), ovvero cittadini per i quali sono presenti trattamenti successivi all’accoglienza/primo contatto, la diagnosi più frequente è stata la psicosi (47,5%). La prestazione erogata più frequentemente ai pazienti in carico è il colloquio/visita individuale (55,0%).
La somministrazione farmaci rappresenta il 15,8% delle prestazioni erogate, mentre gli interventi psicoeducativi ne rappresentano il 2,7%.
Sono alcuni dati che accompagnano l'apertura della nuova edizione di Màt, la settimana di eventi e conferenze pubbliche distribuite in tutta la provincia, dedicata alla salute mentale
Apertura ufficiale e primo appuntamento oggi alle ore 15.30 in Piazza Roma alla presenza del Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena Antonio Brambilla e Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Modena. Ospite speciale sarà Dainius Puras, Special Rapporteur delle Nazioni Unite con una lettura magistrale su Diritti Umani e Salute Mentale. In caso di maltempo l’evento si svolgerà al Cinema Multisala Astra, Via Francesco Rismondo 21, Modena. Il programma completo delle oltre 80 iniziative è consultabile su www.
matmodena.
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Tornando alle patologie trattate presso i centri di salute mentale, ma riferendoci al periodo del lockdown e dell'emergenza Covid, al netto degli accessi ordinari cessati se non limitati, Nel periodo del lockdown, in provincia di Modena, si è registrata una riduzione del 50 per cento di TSO, ovvero i trattamenti sanitari obbligatori disposti in caso di motivata necessità o emergenza per problemi inerenti alla salute mentale. Dagli esperti questo è spiegato dal fatto che nell'isolamento del lockdown tutti hanno vissuto quello stato di sofferenza data da una dimensione di isolamento che i soggetti con patologie gravi vivono di fatto in maniera continuativa. Su questo piano c'è stata una sorta di condivisione di uno stesso stato mentale che ha di fatto avvicinato, con effetti anche positive le persone con patologie e quelle prive di patologie.
Dopo il lockdown, con la ripresa delle attività dei centri di salute mentale si è registrata una graduale ripresa del contatto nostri servizi pubblici ma soprattutto in conseguenza a stati di ansia, depressione, insonnia, ma si tratta di disturbi che maggior parte dei casi non hanno avuto bisogno di interventi specifici e sono stati gestiti soprattutto a livello di medicina di base.
Tra queste forme di disagio ci sono anche quelle derivanti dall’utilizzo delle piattaforme informatiche e web diventate unico strumento per potere proseguire le proprie attività in termini di comunicazione, rapporti di lavoro e sociali, che hanno comportato l’aumento di quei disturbi legati all'abuso di questi mezzi e alla necessità di non staccarsi da loro, generando in diversi casi ad una vera e propria dipendenza