Strage di alberi in via Mercato: sparisce un bosco urbano in nome della mobilità sostenibile
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Strage di alberi in via Mercato: sparisce un bosco urbano in nome della mobilità sostenibile

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Nell'ambito dei lavori per la riqualificazione urbana e viaria della zona. Sparito il polmone verde cresciuto in 20 anni di abbandono della zona


Strage di alberi in via Mercato: sparisce un bosco urbano in nome della mobilità sostenibile
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Alcune decine, dopo essere stati tagliati e abbattuti sono stati portati via in grossi camion, altre decine accatastati, a formare colline, nelle vicinanze del cosiddetto rotore. Stiamo parlando di una grossa quantità di alberi per lo più di alto fusto, che nonostante i numerosi abbattimenti dei mesi scorsi, formavano fino a qualche giorno fa una barriera ed un polmone verde nell'area dell'ex mercato bestiame. Area per lo più ancora abbandonata, come lo è stata negli ultimi 20 anni, simbolo di una riqualificazione urbanistica e funzionale fallita. E che solo in minima parte oggi è stata ripresa attraverso i finanziamenti del Piano Periferie, che sta trasformando l'assetto per lo più viario del perimetro dell'area. Con nuove piste ciclabili, marciapiedi e rotatorie, lungo tutto il perimetro che comprende via del Mercato, via Massarenti, via Soratore, via Canaletto.

Una riqualificazione viaria che si è spostata di una ventina di metri all'interno della grande area abbandonata, dove un tempo sorgeva il grande macello pubblico e un ingresso del mercato bestiame. Dove negli ultimi 20 anni si era creato un vero e proprio bosco urbano spontaneo di circa 30.000 metri quadrati esteso da via del Mercato fino a via Soratore, nel quale da anni scorazzavano indisturbati anche lepri e fagiani. Che se da un lato era inacessibile in quanto insistente su un area privata e abbandonata, costituiva una barriera verde spontaneo. Una barriera anche visiva rispetto ad una terra che al suo interno vede cattedrali nel deserto come il cosiddetto rotore, simbolo ormai ventennale della riqualificazione urbana fallita. Di una zona strategica, alle porte del centro e a nemmeno un chilometro dalla porta nord della stazione.



Un polmone verde che nessuno avrebbe immaginato fosse spazzato via da ruspe e da un intervento che nel suo principio di base è dichiaratamente orientato alla mobilità sostenibile, con piste ciclabili e tanto di colonnine di ricarica nei parcheggi. Insomma, ambientalmente sostenibile. E invece no. Dopo avere abbattuto nei mesi scorsi circa 30 grossi alberi sull'asse di via del mercato e altrettanti su via Soratore, per fare posto alla posta ciclabile, l'abbattimento degli alberi si è spostato all'interno spazzando. Alcuni alberi nelle scorse settimane, per giungere ad un abbattimento massivo ieri mattina. Motoseghe a tutto spiano per ore con la caduta di decine, di decine di alberi. Pronti enormi camion capaci di caricare decine di tonnellate di tronchi e fogliame da fare sparire. Per le altre decine di alberi le ditte specializzate hanno creato enormi cataste al centro dell'area, coperte da alcuni collinette di detriti, ma l'area, anche se ancora non ben agibile se non pericolosa, a causa di cumuli di macerie, rifiuti e tombini aperti da sempre, è accessibile e documentiamo il tutto. Un cimitero di alberi di alto fusto, da 10,15, 20 metri e forse più, che un tempo costituivano una barriera, oltre che un piccolo polmone verde in un area che ha visto negli ultimi anni anche la realizzazione di un polo logistico con il movimento di centinaia di camion al giorno. Una barriera verde, un piccolo grande bosco spontaneo alle porte del centro, in un area dove i progetti urbanistici sono ancora in alto mare, che poteva fungere, se messo in sicurezza e pulito, ad un area davvero importante. Visivamente ed ambientalmente. Che oggi, improvvisamente, è sparita, lasciando al suo posto una landa desolata che fa a pugni con quel concetto di ambientalmente sostenibile legato alla riqualificazione viaria che è stata avviata.

Gi.Ga.






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