Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il professor Massimo Andreoni, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive Tor Vergata, è intervenuto nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri”, condotta dal fondatore dell’Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv. Un intervento il suo che chiarisce molti aspetti sul comportamento del Covid e sull'effetto potenzialmente negativo delle vaccinazioni in piena pandemia.
“Quello che sappiamo è quanto ci dice uno studio uscito una settimana fa, secondo cui l’immunità da infezione naturale dura almeno 7 mesi, non sappiamo se durerà anche di più. Per il vaccino è la stessa cosa - afferma Andreoni -. Dalla cinetica della caduta degli anticorpi, al momento potremmo dire che l’immunità di un vaccino con due dosi dura almeno un anno. Dobbiamo pensare che probabilmente per qualche anno ogni anno ognuno di noi si dovrà vaccinare, questo vuol dire avere delle industrie che ci preparano il vaccino, questo è il piano pandemico: avere laboratori pronti per fare i test, avere industrie convertibili per poter produrre il vaccino.
I vaccinati possono trasmettere il virus? Quello che possiamo dire oggi è che gli anticorpi indotti dal vaccino fanno replicare talmente poco il virus che non riusciamo a trasmetterlo ad altre persone se non in pochi casi. Quindi il vaccino funziona molto bene anche nel ridurre il numero delle infezioni”.
“Questa è una malattia strana, ma alcune cose le abbiamo capite. Ogni volta che noi apriamo un po’ troppo le porte, a distanza di 3-4 settimane vediamo che la malattia riparte e per spegnere l’incendio ci vuole diverso tempo. Basti guardare quello che è accaduto in Sardegna. L’altra preoccupazione è dovuta al fatto che se noi permettiamo al virus di circolare mentre stiamo vaccinando, si potrebbe creare una variante resistente al vaccino e così annulleremmo con un colpo di spugna ciò che abbiamo fatto fino ad oggi.
Quando noi stiamo vaccinando non in maniera sufficientemente rapida noi creiamo una pressione al virus che si scontra con persone che hanno un’immunità e per questo il virus cerca di sfuggire a quell’immunità, creando delle varianti mirate. Paradossalmente in India dove il virus è libero di circolare tenderà a fare mutazioni che non sono mirate a sconfiggere l’immunità vaccinale. In Italia la situazione è molto pericolosa, perché stiamo vaccinando ma non in maniera estremamente rapida. Per sconfiggere il virus bisogna vaccinare in tutto il mondo, a sanità deve essere globalizzata, pensare di vaccinare tutti in Italia e il 10% in India è una follia, il vaiolo è stato sconfitto con una vaccinazione obbligatoria in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, spero e credo che non ci sarà un’altra ondata devastante perché i vaccini li stiamo utilizzando e stiamo andando incontro all’estate, ma con altrettanta sicurezza devo dire che stiamo ridando fiato al virus, quindi è certo che il virus riparta e che avremo dei morti dovuti a queste riaperture, è una scelta che si può anche fare ma di questo dobbiamo essere convinti e tenere gli atteggiamenti giusti”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>