'Variante inglese al 40% dei casi a Modena, ma i vaccini funzionano'
I risultati di uno studio su un campione di nuovi contagiati reso noto dal Direttore Ausl. 'Modena zona rossa? Basta rispettare bene le regole dell'arancione'
Lo ha reso noto questa mattina, in una videoconferenza stampa organizzata ad un anno dal primo caso riscontrato di positività in provincia di Modena riscontrato a Carpi, il Direttore Generale dell'Ausl di Modena Antonio Brambilla in risposta ad una nostra domanda sulle varianti del virus. 'C'erano dubbi sull'efficacia del vaccino Astrazeneca sulla variante sudameriana, ma poi fugato da risultati positivi sull'effiacia anche da parte di questo vaccino'.
Un anno in cui la provincia di Modena, da quel primo caso del 24 febbraio, ha pagato un prezzo altissimo, con 1.386 decessi, 'il 14% in più rispetto alle stesse previsioni' dell'Ausl. - ha sottolineato Brambilla. Un anno che ha segnato profondamente sul lato professionale e umano ovviamente tutti gli operatori del comparto sanitario. E proprio rispetto ad una domanda sul vissuto personale che il Direttore Generale Ausl racconta il dolore derivato dalla perdita di un fratello contagiato dal Covid nella prima fase della pandemia e dalla necessità di gestire sempre al massimo delle possibilità, in un periodo in cui - ha affermato - 'seguivamo linee di indirizzo ma molto era improvvisato', la risposta del comparto sanitario travolto, con i suoi 5000 operatori all'attivo in provincia di Modena, da una emergenza senza precedenti nella storia. 'Una risposta straordinaria, quella modenese, che mi ha dato forza'- ha detto il Direttore Generale.
Una emergenza che, ad un anno dal primo caso e delle prime forti restrizioni arrivate con il primo DPCM dell'8 marzo 2020, continua purtroppo oggi e che ci porta a chiedere al Direttore Generale Ausl la sua posizione rispetto al sistema a colori per le restrizioni e sulla possibilità, paventata anche dal Presidente della Regione, di applicare ulteriori restrizioni territoriali specifiche nelle aree più critiche, istituendo singole zone rosse provinciali o comunali.
'Ritengo che il sistema a colori attualmente in vigore sia efficace e che lo sia è stato dimostrato dai dati. In zona arancione abbiamo verificato un calo dei casi e dei ricoveri in provincia di Modena. Pur consapevoli degli attuali dati di Modena e dalla loro crescita, credo personalmente, visto che la decisione spetta ad un ambito politico, che più che sulla zona rossa, dovremmo concentrarsi, a livello individuale e collettivo, sul massimo rispetto delle regole imposte dalla zona arancione. Una attenzione che c'è stata dalla e per la popolazione anziana. Quella delle Cra è stata per il 95% vaccinata, il resto della popolazione anziana lo sarà nelle prossime settimane. Il problema sta sempre nella fascia dei più giovani, su una popolazione attiva che lavora e si sposta all'esterno e che è tendenzialmente meno attento, che ha meno paura di contrarre il virus. Basta considerare che ieri la media di età dei nuovi contagiati si è ulteriormente abbassata scendendo sotto la soglia dei 40 anni, a 39'
La domanda che facciamo sulla possibilità concreta, visti i continui ritardi e la scarsità nelle forniture di vaccini, di giungere ad una copertura vaccinale tale da garantire l'immunità di gregge già in autunno, in parte viene rimandata alla responsabile del Piano Vaccinale provinciale, Borsari, la cui presenza non era prevista nella conferenza di oggi. In parte riceve risposta dallo stesso Direttore Generale nei termini con i quali già ci aveva risposto nei giorni scorsi: 'Dipende dalla disponibilità dei vaccini. Purtroppo stiamo registrando continui ritardi, ma sappiate che siamo pronti a somministrare tutti i vaccini che arriveranno'
Gi.Ga.
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