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L'app di tracciamento dei cellulari (e solo in un secondo momento delle persone), scelta dalla Task force di governo, creata per individuare ed informare gli utenti di un eventuale contatto con individui positivi, potrebbe non raggiungere gli effetti sperati. Leggendo l'ordinanza sulla tipologia e sul funzionamento, emergono infatti diversi limiti. Soprattutto rispetto alla possibilità che questa sia davvero utilizzata.
L’applicazione di contact tracing chiamata 'Immuni', funzionerà infatti su base volontaria. Bisognerà scaricarla, volontariamente appunto. E fin qui nulla diverso rispetto a quanto facciamo con le normali applicazioni. Il punto forse più difficile da superare, o meglio non scontato, è che funzionerà solo attraverso il bluetooth. Che difficilmente è attivato sui nostri dispositivi, soprattutto durante gli spostamenti. Sarà il bluetooth a fondare il funzionamento della app.
Perché è attraverso la connessione wireless, che connette due dispositivi a breve distanza, che il sistema registrerà la prossimità tra i cellulari delle persone con i quali il soggetto positivo è venuto a contatto. Un contatto che può essere registrato solo se sul dispositivo è stata attivata la app ed è stato attivato il bluetooth
Il sistema non ha l’obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciare per un determinato periodo di tempo degli identificativi criptati dei cellulari con il quale il soggetto positivo al virus è entrato in stretto contatto. Questo accade solo se in entrambi i cellulari è presente l'applicazione di tracciamento.
Come funziona
I cittadini che scaricano l’app e iniziano ad utilizzarla avranno, nel proprio telefono, un registro dei contatti in cui ci sono tre informazioni:
1. qual è il dispositivo con il quale sono stato in contatto
2. a che distanza
3.
per quanto tempo
Qualora il soggetto risulti positivo a seguito di un test, l’operatore medico autorizzato dal cittadino positivo, attraverso l’identificativo anonimo dello stesso, fa inviare un input/messaggio di alert per informare tutti quegli utenti identificati in modo anonimo che sono entrati in contatto con lui.
Il sistema di tracciamento digitale - si legge nell’ordinanza - potrà “aiutare anche ad identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, può impedire la trasmissione successiva dai casi secondari”