Crisi materie prime: tutto quello che c'è da sapere

Dal 2019 una serie di eventi catastrofici hanno impedito che vi fosse un normale tasso di approvvigionamento di materie prime


Ma quali sono i beni di prima necessità che scarseggiano di più? Recentemente una delle questioni che ha guadagnato gli onori della cronaca è quella riguardante il fatto che le scorte di carta igienica in Europa si stanno esaurendo, ma qui di seguito verrà analizzato meglio il discorso sulle materie prime, cercando di capire quali sono quelle per le quali c’è maggiormente crisi in questi anni.
Quali sono le materie prime che scarseggiano
Dal 2019 una serie di eventi catastrofici hanno impedito che vi fosse un normale tasso di approvvigionamento di materie prime per quanto riguarda beni essenziali. Non si parla solo del classico problema legato al petrolio, affare che da decenni ormai ruota attorno a scorte che si sa essere destinate a finire, ma anche e soprattutto legato a beni che sembravano onnipresenti e che invece in periodo di pandemia, stanno sparendo dal mercato.
Carta, cartone e carta igienica
Con l’arrivo della pandemia nei primi mesi del 2020, molti beni di consumo quotidiano hanno iniziato a scarseggiare. In molti ricorderanno il caso della carta igienica, che letteralmente sembrava essere scomparsa dai riflettori e anche dai supermercati. L’assalto alla scorta di carta igienica, infatti, aveva fatto proprio la differenza nei notiziari in tempo di pandemia.
Il motivo principale di quella assenza dal mercato era proprio legato alla mancanza di produzione di cellulosa e all’aumento dei costi di trasporto. Una macchina perfetta che si era arrestata in seguito alle esigenze di fermare ogni tipo di rischio di estensione della pandemia. Per gli stessi motivi nel 2021 si è registrata una crisi di carta e cartone, legata soprattutto all’impossibilità di produrre nel 2020 i giusti quantitativi necessari per una diffusione celere ed equivalente al periodo pre-pandemico.
La crisi nel mondo del vino, ma anche del packaging
L’imballaggio è parte integrante della costruzione di un prodotto. La scarsità di cellulosa e celluloide come anche la mancanza totale di coordinazione nella produzione dei beni essenziali, hanno impedito un’adeguata fabbricazione di materiali per imballaggio. La crisi non riguarda però solo carta e cartone, come anticipato nel paragrafo precedente, ma si è riscontrato anche nella proposta sul mercato di vetro, bottiglie in genere e tappi di sughero. Numerosi produttori di vino, infatti, hanno palesato grandi difficoltà nel reperimento di questi prodotti, data proprio la scarsità di materie prime. Problema che ad oggi sembra essere almeno in parte rientrato, seppur con costi molti più elevati rispetto al 2019.
Il pellet, ultima frontiera della crisi diplomatica
Non sono solo cellulosa e sughero a essere scarsamente reperibili da qualche anno a questa parte. Il recente e continuativo conflitto bellico in Ucraina ha reso impossibile anche il trasporto di materie prime necessarie al riscaldamento invernale, non solo per quanto concerne il gas, ma anche per quanto riguarda materie prima come il pellet e il legname. O banalmente, l’olio di semi
di girasole. Ciò che infatti è emerso proprio a fronte del recente conflitto tra Mosca e Kiev, è che l’Ucraina resta uno dei primi paesi in Europa fornitore di diverse materie prime. Alcuni chiamano i paesi che circondano l’Ucraina ed essa stessa il “granaio dell’Europa”, e questo ci dice tanto circa l’essenziale importanza delle materie prime che in questi paesi sono fiorenti. Una crisi che ha portato ad un costo dei materiali, come il pellet, aumentato in modo esponenziale. Stesso discorso per l’olio di semi di girasole, in un determinato momento apparso quasi introvabile.
La psicosi di massa dietro la mancanza di materie prime
La mancanza di materie prime è un argomento di discussione assolutamente veritiero. Alla crisi climatica che ha messo in ginocchio milioni di coltivazioni a causa della siccità e delle incredibili variazioni meteo in tutto il mondo, si è registrato anche un aumento del costo della vita in seguito ai conflitti bellici e alle crisi diplomatiche tra diversi paesi del mondo. Ma come se tutto questo non fosse bastato, la pandemia ha fatto il resto e in questo clima di crisi generale, il sistema economico generale ha provato a fare del suo meglio, ironicamente parlando, per alimentare l’aria di crisi dell’economia mondiale. Come? La psicosi di massa, la paura di non avere abbastanza scorta alimentare o di altri prodotti ha portato i cittadini ad assalire letteralmente gli scaffali dei supermercati, regalando al sistema economico una spinta per produrre sempre di più e più velocemente, ma senza beni o materie prime a disposizione.
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