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Il 12 luglio i militari della Finanza di Bologna, oltre a dare esecuzione a 25 misure cautelari personali, hanno individuato e sottoposto a sequestro denaro contante e numerosi beni di valore agli indagati, tra cui due alberghi, uno in una località termale friulana, l’altro sul lago di Vagli nel cuore della Toscana; immobili di pregio sui colli bolognesi nonché una villetta in un noto complesso turistico del crotonese; un ristorante del lungomare di Forte dei Marmi; diversi veicoli di lusso e d’epoca tra cui una Bentley Continental GT, una Ferrari F308 GTS, un esemplare di Fiat 500 “Topolino”, una Fiat 600 Abarth, e delle autovetture Audi, Mercedes-Benz e Range Rover di grossa cilindrata; un’imbarcazione di 12 metri; diversi orologi di pregio (tra cui Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet) e numerosi gioielli (pietre preziose, bracciali, anelli, collier et similia).
Lo “sciacallaggio” posto in essere dal sodalizio è avvalorato anche dal ritrovamento e dal sequestro della “refurtiva” sottratta alle società indotte al default, risultata illecitamente occultata in alcuni capannoni situati nel meridione, tra cui, in particolare: 14 mila bottiglie di liquori vari e di pregiati vini; 650 prosciutti di Parma, depredati dallo stabilimento produttivo di Langhirano, 240 mila pezzi di prodotti per la cura della persona (shampoo, creme corpo, prodotti tricologici).
Sono queste le ricchezze e i beni accumulati dalla “banda del buco” che, senza porsi scrupoli delle sorti delle società depredate e delle centinaia di dipendenti, hanno lasciato questi ultimi per mesi senza stipendio e, successivamente, li hanno licenziati nell’imminenza dei fallimenti artatamente pilotati.
Redazione Pressa
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