Neonato morto: la chiamata al 118 alle 5.47, bimbo nato alle 7.21

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C'era tutta la dirigenza Ausl al completo questa mattina in via San Giovanni del Cantone per affrontare dal punto di vista sanitario il dramma avvenuto domenica a Sassuolo quando un neonato è morto dopo che la madre era stata trasportata in ambulanza da Pavullo il cui ospedale ha visto pochi giorni fa la chiusura del punto nascite.

Una conferenza avvenuta in contemporanea alla relazione dell'assessore Sergio Venturi in commissione regionale.

A Modena erano presenti Massimo Annicchiarico, direttore generale Ausl, Bruno Zanaroli, direttore generale Ospedale di Sassuolo Spa, Bianca Caruso, direttore sanitario Ausl, Paolo Accorsi, direttore dipartimento ostetricia e ginecologia Ausl, Stefano Toscani, direttore dipartimento emergenza-urgenza Ausl, Maria Cristina Galassi, direttore U.O. ostetricia e ginecologia Ospedale di Sassuolo e Claudio Zanacca, direttore U.O. pediatria e neonatologia Ospedale di Sassuolo.

Durante la conferenza il direttore Annicchiarico ha rivolto un nuovo appello 'affinché non si strumentalizzi la vicenda seguendo l'esempio di compostezza dimostrato dalla famiglia'.

 Nel corso della conferenza stampa i sanitari hanno riassunto le fasi dell'emergenza che dalla chiamata di emergenza al 118 alle 5,47 del mattino ha portato dopo due ore circa ad estrarre il feto e alla conclusione di un intervento che - ha sottolineato il dottor Accorsi - 'ha comunque salvato la donna e la sua fecondità'.

'Sulla base dei protocolli di emergenza urgenza e di centralizzazione stabiliti dopo il 2015 la donna doveva essere trasferita nel punto più idoneo di Sassuolo. Anche se il punto nascite di Pavullo fosse stato aperto la procedura seguita per questo genere di emergenza sarebbe stata identica'. Questo è quanto hanno tenuto ribadire i tecnici Ausl.