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Riciclaggio, la GDF chiude il cerchio su associazione criminale

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Con l'operazione Last Ring, la Guardia di Finanza di Modena ha tratto in arresto un 38 enne di Parma considerato la mente dell'associazione a delinquere specializzata in bancarotte fraudolente per decine di milioni di euro


Riciclaggio, la GDF chiude il cerchio su associazione criminale
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L'arresto da parte della Guardia di Finanza di Modena, di un 38enne di Parma, identificato come socio occulto e mandante di un sistema criminale teso a gestire bancarotte fraudolente a danno di aziende emiliane al fine di trarne profitti illeciti, segna l'ultimo atto di una vera e propria trilogia del crimine economico e finanziario che ha portato le fiamme gialle sgominare un'articolata e complessa associazione a delinquere specializzata in bancarotte fraudolente e riciclaggio. Al termine di due anni di indagini che dal 2015, attraverso le operazioni Barqueiro e, nel luglio 2017, con l'operazione Last Drink (con 12 arresti e la certificazione di 30 milioni di euro distratti al fisco), ha portato all'ultima operazione denominata Last Ring, ultima puntata di una trilogia fatta di indagini condotte per più di due anni in Italia ed all'estero, e riassunta oggi nella conferenza stampa di fine anno dal Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Modena Pasquale Russo alla presenza del P.

M, Marco Imperato. 

Nel 2015, con l'operazione 'Barqueiro', la Guardia di Finanza aveva individuato  il consulente finanziario che offriva ai suoi clienti la possibilità di trasferire le aziende in crisi all’estero, dopo averle spogliate di quanto ancora fosse
presente nel patrimonio, per sfuggire alle conseguenze penali del fallimento.

Poi, con l'operazione Last Drink, le indagini erano arrivate, nel luglio 2017, all’imprenditore rampante che acquistava le aziende emiliane in difficoltà finanziarie e le utilizzava per ottenere dalle banche la liquidità necessaria a foraggiare lusso e la bella vita, lasciando al loro destino i creditori insoddisfatti. 

Nei giorni scorsi, con l'operazione Last Ring, nome che richiama ad una sorta di ultima chiamata (anche se ultima rischia di non essere visto il proseguio delle indagini tese a stabilire legami con organizzazioni criminali di stampo mafioso), l'arresto del  mandante e socio occulto grazie al quale il meccanismo illecito dell'organizzazione  poteva
essere messo in moto.

Colui che investiva grandi quantità di denaro, provento di attività illecite,  come in una normale impresa e non, invece, una articolata associazione a delinquere. Si tratta di  F.C., 38 anni di
Parma, considerato vera mentre strategica del gruppo, che da anni, con i proventi delle attività illecite conduceva una vita da nababbo, fatta di hotel, auto e barche di lusso. Una figura, la sua emersa piano piano, nel corso delle indagini. 


È nel 2015, infatti, che i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Modena, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica, Dott.ssa Lucia Musti, e del Pubblico Ministero, Dott. Marco Imperato, iniziano ad indagare
su quello che appare essere, a prima vista, il “semplice” fallimento di una società di Carpi.

Analizzando attentamente la documentazione contabile e bancaria della società, tuttavia, i militari si accorgono che qualcosa non torna, tra collegamenti con soggetti esteri, consulenze di professionisti residenti oltre confine e movimenti di denaro non giustificati.
Iniziano, così, approfondimenti a più ampio raggio, anche attraverso richieste di collaborazione giudiziaria alle Autorità degli altri Stati europei presso cui risultavano essere stati destinati ingenti fondi del patrimonio della fallita. 

È anche grazie alle informazioni trasmesse dalle Procure dei Paesi membri interessati che le Fiamme Gialle modenesi si accorgono della ricorrenza, nell’ambito di una complessa intelaiatura costituita da decine di soggetti giuridici delocalizzati all’estero, di uno specifico nominativo, quello di M.P., 56 anni di Parma ma formalmente residente in Portogallo, professionista con interessi in diverse regioni italiane e più di qualche Stato, anche oltreoceano.
A lui, scoprono presto gli investigatori, fa capo una articolata associazione a delinquere divenuta, nel tempo, una vera e propria holding del crimine, alla quale altri professionisti e imprenditori italiani si rivolgono per perfezionare fittizie delocalizzazioni all’estero atte ad eludere la normativa fallimentare in danno dei creditori delle società interessate e spostare capitali dal territorio nazionale ricorrendo a fatturazioni per operazioni inesistenti.

Ed è lo stesso professionista che, con il supporto dei suoi più fidati collaboratori, curava il rientro in Italia di tali somme per poi riconsegnarle in contanti agli imprenditori coinvolti, attraverso svariate movimentazioni bancarie, anche estero su estero e tra società diverse, al fine di ostacolarne la tracciabilità.

Ma non immagina, M.P., che i suoi viaggi all’estero, le sue telefonate e le transazioni che dispone dal computer del suo ufficio sono costantemente tracciati ed analizzati dalle Fiamme Gialle e dalla Procura di Modena, che nel
frattempo individuano anche insidiose frodi fiscali che il professionista, attraverso le sue società portoghesi, “vende” ai suoi clienti in cambio di pagamenti in nero su conti correnti sloveni.

Dopo poco meno di un anno dall’avvio delle indagini, si rende quindi indispensabile attivare gli strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale con interessamento dei collaterali organi inquirenti esteri, per il tramite del
Comando Generale del Corpo – II Reparto e di Eurojust, al fine di fare luce sull’universo di strutture societarie, prestanome e rapporti finanziari asserviti all’associazione. 

Bastano, a questo punto, poche settimane di collaborazione internazionale per portare, nel mese di maggio 2016, all’esecuzione di n. 6 provvedimenti di custodia cautelare, di cui tre in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti del
professionista promotore dell’associazione e dei suoi più stretti sodali, oltre che all’emissione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente di beni riconducibili ai membri dell’associazione per circa 11 milioni di euro, cui i finanzieri e la Procura danno esecuzione in Italia ed all’estero (applicando, peraltro, per la prima volta lo strumento del riconoscimento ed esecuzione dei provvedimenti di blocco e sequestro transnazionale, all’epoca appena recepito dal nostro Paese).

Siamo nella prima metà del 2016 e l’operazione “Barqueiro” (nome portoghese per indicare M.P. nel suo ruolo di “traghettatore” di società “morenti” fuori dai confini nazionali), con i suoi arresti, sequestri (tra cui n. 154 conti correnti bancari, dei quali n. 77 accesi presso Istituti di credito portoghesi e n. 4 in Spagna presso altrettante banche) e perquisizioni (oltre 40 in Portogallo, Slovenia e tra le  province di Modena, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Firenze, Milano, Bergamo, Como, Monza-Brianza, Udine, Perugia, Venezia, Padova ed Agrigento) dà avvio a quella che, oggi, può essere definita una “trilogia investigativa”.


Con M.P. ancora in carcere, infatti, le Fiamme Gialle si concentrano subito sulla figura di L.P., 55 anni di Reggio Emilia ma anche lui formalmente residente a Lisbona, per comprenderne il ruolo nell’ambito di quella che sembra essere, a tutti gli effetti, un diverso (sebbene interrelato) sodalizio criminoso basato sui medesimi meccanismi illeciti. 

Approfondendo i rapporti d’affari intrattenuti da L.P. sul territorio modenese e sviluppando le informazioni acquisite dalle indagini tecniche, i militari della Sezione di Polizia Economica del Comando Provinciale di Modena individuano due società che, qualche tempo prima, erano passate nelle mani di nuovi proprietari ed avevano accumulato pesanti passivi, nell’ordine di circa 95 milioni di euro.

L’analisi dei bilanci e della documentazione contabile porta i finanzieri a concludere che, dietro la fitta rete di prestanome e società, anche estere, beneficiarie di pagamenti delle due società fallite vi fosse la regia di L.P., che sul
proprio profilo Facebook non manca mai di ostentare le frequentazioni di locali alla moda di Milano e Formentera, in compagnia di personaggi dello spettacolo, e lo stile di vita ben oltre le possibilità finanziarie ufficiali e conosciute.

È il mese di luglio 2017
quando la Guardia di Finanza, coordinata dalla Autorità Giudiziaria, dà il via all’operazione “Last Drink” che porta proprio all’arresto di L.P., di tre dei suoi principali complici ed all’interdizione dall’assunzione di cariche societarie di otto indagati con le accuse di bancarotta fraudolenta, riciclaggio internazionale e reati tributari. 
L’operazione si svolge in diverse regioni italiane e vede impegnati oltre cento  finanzieri ed unità cinofile “cash dog”.
Potrebbe bastare così, ma agli investigatori manca ancora un tassello, l’ultimo anello della catena, colui che rappresenta il reale mandante delle acquisizioni societarie, il socio occulto.

Nonostante il significativo risultato raggiunto con gli arresti del luglio scorso ed il contestuale azzeramento della struttura associativa, le Fiamme Gialle continuano ad approfondire i rapporti tra i componenti delle organizzazioni
criminali disarticolate ed altri imprenditori, con l’obiettivo di individuare la fonte delle ingenti disponibilità finanziarie necessarie all’acquisizione delle aziende sfruttate dall’organizzazione criminale per arricchirsi.
Vengono, dunque, passati al setaccio migliaia di documenti sequestrati e conti correnti, acquisite informazioni dai dipendenti di tutte le società rientranti nel perimetro dell’associazione, effettuati pedinamenti e riscontri nelle province di Reggio Emilia e Parma.

Le attività di indagine coordinate dall’A.G. modenese consentono, alla fine, di individuare il parmense (ma con residenza formalmente dichiarata in Austria) F.C., 38 anni.

È lui che “ispira” imprenditorialmente l’associazione, fornendo l’esperienza necessaria ad avviare e mandare a regime il meccanismo truffaldino. È sempre lui che, in cambio del suo “investimento”, si fa assegnare dagli amministratori delle società rientranti nel perimetro associativo benefit di tutto rispetto (i militari
rilevano, infatti, la disponibilità, da parte di F.C., di una autovettura Bentley, imbarcazioni ed altri veicoli di lusso intestati alle società a lui riconducibili). 
In effetti, a F.C. l’esperienza non manca: il suo nome, infatti, compare in diversi organigrammi di società italiane ed estere, attive nei più svariati settori economici, che vanno dall’immobiliare al trasporto aereo, passando per la
locazione di autovetture di lusso e barche.
Proprio nel settore del trasporto aereo, lo stesso F.C. risulta Presidente di una compagnia con sede in Malta interessata dall’acquisizione delle tratte aeree da e per un aeroporto di un capoluogo di Regione del centro Italia.
In nessuna Camera di Commercio, invece, il nome di F.C. è collegato alle società “spolpate” dall’associazione, da cui poi F.C. riceveva, con modalità evidentemente illecite, i profitti necessari a mantenere il suo elevatissimo tenore
di vita, fatto di agi e vacanze di lusso. 

A conferma di ciò, l’epilogo dell’operazione “Last Ring” avviene, ad inizio del mese di dicembre, nei pressi dell’aeroporto di Bologna, dove l’indagato era  pronto ad imbarcarsi su un volo business che lo avrebbe portato negli Emirati Arabi per qualche giorno di relax. Ma, al momento di lasciare l’albergo per recarsi al check-in, F.C. ha trovato ad “accoglierlo” i finanzieri di Modena che gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, di recente confermata nella bontà probatoria anche in sede di riesame dal Tribunale della Libertà del
capoluogo emiliano. 
Si conclude così, per il momento, la serie di indagini (autonome ma indissolubilmente legate tra loro) con le quali, negli ultimi mesi, la Guardia di Finanza di Modena ha assestato alla criminalità economico-finanziaria emiliana
un durissimo colpo. 

Circa due anni di indagini, 19 destinatari di misure cautelari personali, 48 indagati, 67 perquisizioni locali (in Italia e all’estero), distrazioni patrimoniali dalle aziende in dissesto per circa 35 milioni di euro, danno all’Erario per imposte non versate per 30 milioni di euro, 80.280 ore di conversazioni telefoniche captate e oltre 2.500 ore di intercettazioni telematiche testimoniano l’impegno e la consolidata sinergia operativa tra la Procura della Repubblica ed il Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Modena nella diuturna lotta al riciclaggio ed
alla criminalità economica condotta dal Corpo in forma integrata. 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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