Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il caso di W.E.L. il nigeriano di 25 anni arrestato questa mattina dagli agenti della Polizia Municipale di Modena che lo hanno bloccato mentre spacciava droga al Parco Pertini, in centro città, è emblematico del corto circuito normativo e giudiziario in un campo così delicato come quello dell'accoglienza e dell'immigrazione.
All’uomo, arrivato in Italia nel 2015 nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, non è stato rinnovato il permesso di soggiorno, poiché la Commissione territoriale competente ha respinto la sua richiesta di asilo, ma avendo egli presentato ricorso, la situazione per lui si è congelata consentendogli di rimanere in Italia in attesa della decisione definitiva. Per questo nel processo per direttissima di oggi, seguito all'arresto in flagranza di reato, il Tribunale ha quindi solo convalidato l’arresto e sottoposto il nigeriano all’obbligo di firma presso la Polizia giudiziaria, rimandando il dibattimento.
Pur non avendo di fatto alcun requisito per rimanere in Italia ed in città l'uomo, che sulla base delle regole dell'accoglienza gestita da associazioni e cooperative, dovrebbe anche uscire dai percorsi dell'accoglienza stessa (proprio per essere autore di reati), in virtù della possibilità di presentare ricorso rispetto alla decisione della commissione territoriale che non gli ha riconosciuto il diritto di asilo, potrà invece continuare a rimanere in città. Nonostante la sua posizione da irregolare, nonostante l'arresto in flgranza di reato e nonostante sia conosciuto come una delle principali figure dedite allo spaccio di stupefacenti in città.
Il resto è cronaca di un arresto condotto e descritto dalla polizia municipale di fronte alla quale l'uomo ha tentato di negare ogni addebito: 'Non ho niente, guardate. Sono state queste le prime parole rivolte dallo spacciatore agli agenti che lo hanno fermato nel pomeriggio di giovedì 5 ottobre dopo averlo colto sul fatto mentre cedeva un modesto quantitativo di stupefacente a un altro straniero.
L’uomo non sapeva però che gli agenti in borghese, appostati nel parco, lo stavano tenendo d’occhio e un’ora prima lo avevano visto nascondere in un cestino due involucri scuri prima di andarsi a sedere su una panchina a una ventina di metri di distanza. I pacchetti, recuperati dalla Municipale, hanno consentito di sequestrare 50 grammi di marijuana, un quantitativo ben superiore ai pochi grammi appena ceduti per qualche decina di euro, che al nigeriano avrebbe consentito guadagni notevoli nel corso della giornata. Il 25enne evidentemente riforniva di stupefacente i piccoli spacciatori del parco, nascondendo la gran parte della droga in attesa della vendita. A confermare i sospetti della Municipale, che da tempo ha intensificato i controlli nell’area del parco, era stata anche la testimonianza di un cliente fermato giorni prima che lo aveva riconosciuto e aveva fornito indicazioni importanti sulle sue abitudini.
Nell’appartamento dove il nigeriano vive insieme ad altri richiedenti asilo, nell’ambito del programma di accoglienza, la Municipale ha sequestrato tra i suoi oggetti personali una valigia contenente addirittura 4.900 euro, tutti in banconote da 20 e 50 euro, ritenuti frutto dei traffici illeciti e cinque telefoni cellulari. Ignari di tutto gli stranieri che condividevano con lui l’appartamento, incensurati e non noti tra i frequentatori abituali del parco.