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'Per quali ragioni non è stato ancora effettuato e viene continuamente rinviato il collaudo della cassa di espansione del fiume Panaro? I lavori sono ultimati e conformi? Esistono accordi, tra gli Enti o le Agenzie competenti (ad esempio AIPo) e coloro che hanno attività che si svolgono all’interno delle casse di espansione, che disciplinano formalmente le modalità di allagamento della zona? E poi la questione investimenti. Come sono stati impegnati i 210 milioni di euro stanziati dal Governo dopo l’alluvione del 2014? E come sono stati usati i 27 milioni di euro, stanziati nel 2015 dalla Regione Emilia Romagna con l’ordinanza del 16 giugno 2015, destinati al potenziamento della cassa di espansione del Secchia e all’avvio dell’adeguamento del sistema arginale del fiume Panaro?' Sono queste le domande poste al sindaco e alla giunta di Modena in una interrogazione appena depositata e firmata dalla capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini.
'La devastante alluvione del 6 dicembre provocata dalla falla di 70 metri sull'argine destro del Panaro ha creato danni enormi nella zona di Castelfranco, Nonantola e Modena est - continua Elisa Rossini - Crediamo sia indispensabile capire quindi perchè la cassa secondaria del Panaro o di Sant’Anna non abbia funzionato impendendo, quindi, all’intera opera idraulica di lavorare a pieno regime. Ricordo che la cassa di espansione del fiume Panaro è costituita da due bacini attigui: la cassa principale in linea con l’alveo fluviale e la cassa secondaria in derivazione e che nel corso degli anni il territorio modenese ha dovuto fare i conti varie volte con la violenza dell’acqua: nel 1966, nel 1969, nel 1972, nel 1973, nel 2009 e infine nel gennaio 2014 quando una falla nell’argine destro del Secchia causò l’inondazione di Bastiglia e Bomporto e della frazione di Albareto.
A questo proposito impossibile non notare come già il 20 gennaio 2014 Michele Barcaiuolo, all’epoca consigliere comunale a Modena, con una interrogazione chiedesse al sindaco Giorgio Pighi e alla Giunta notizie circa cause e responsabilità dell’esondazione del fiume Secchia ed in particolare sulle casse di espansione del fiume Panaro. Già allora il consigliere sottolineava come da quarant’anni il territorio aspettasse di vedere finita l’importante opera pubblica rappresentata dalle casse di espansione del Panaro che, nonostante gli oltre 30 milioni di euro spesi e l’inaugurazione fatta nel 1998 risultava non essere mai stata messa in funzione per mancanza di collaudo. Ora, nonostante il Comune rispose che “a fronte del cedimento dell’argine destro del fiume Secchia, AIPo avrebbe dovuto fare una verifica più ampia sulla futura tenuta degli argini e sulla piena efficienza delle opere idrauliche” e nonostante gli stanziamenti della Regione, la cassa secondaria del Panaro non ha funzionato creando i disastro e danni enormi alle famiglie. Ora i cittadini meritano delle risposte, possibilmente non di circostanza ma legate a una seria autocritica'.
Redazione Pressa
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