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Lega: 'Emergenza non sia scusa per tagliare servizi a comuni montagna'

Magnani e Corti: 'Il rischio vero è trasformare una terra splendida in un territorio dormitorio'
'Comprendiamo le difficoltà nell’organizzazione e nella gestione del periodo di emergenza Covid 19, ma non vorremmo che in questa condizione di temporanea emergenza si prenda la palla al balzo per consolidare nel tempo la chiusura dell’ennesima fetta dei servizi sanitari di prossimità fino a pochi mesi fa attivi in Appennino'. Così in una nota la consigliera provinciale della Lega Simona Magnani, insieme al senatore Lega Stefano Corti.
'Ieri il punto nascite, per non parlare del problema del turn over dei medici di famiglia e degli esami e prestazioni specialistiche che costringono già a recarsi in pianura, oggi i Punti Prelievo dell’Alto Frignano, domani cosa accadrà? Chissà il problema di far quadrare il bilancio in montagna sarà risolto distruggendo completamente quel che resta delle comunità che faticosamente resistono perché innamorate della loro terra - continuano Corti e Magnani -. Come sempre la sanità regionale parla di numeri, della necessità di concentrare le risorse e sulla base delle statistiche depreda il territorio della montagna. Chi aveva creduto alle promesse di campagna elettorale di un Bonaccini che prometteva riaperture di punti nascita e un ritorno alla territorialità più che alla centralità, è rimasto inevitabilmente deluso. E’ facile parlare di numeri in Appennino, numeri piccoli in proporzione al resto del territorio provinciale, ma proprio per questo le comunità montane che per sopravvivere hanno bisogno di servizi. Se la politica continua a privare la montagna pezzettino per pezzettino di quello che nel tempo ha costruito, allora il bando milionario della Regione Emilia Romagna per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa in Appennino per under 40 diventa solo un inutile slogan. Il rischio vero è trasformare una terra splendida in un territorio dormitorio dove i residenti, sempre meno numerosi, per curarsi, lavorare, studiare dovranno comunque spostarsi' - chiudono Simona Magnani e Stefano Corti.
'Ieri il punto nascite, per non parlare del problema del turn over dei medici di famiglia e degli esami e prestazioni specialistiche che costringono già a recarsi in pianura, oggi i Punti Prelievo dell’Alto Frignano, domani cosa accadrà? Chissà il problema di far quadrare il bilancio in montagna sarà risolto distruggendo completamente quel che resta delle comunità che faticosamente resistono perché innamorate della loro terra - continuano Corti e Magnani -. Come sempre la sanità regionale parla di numeri, della necessità di concentrare le risorse e sulla base delle statistiche depreda il territorio della montagna. Chi aveva creduto alle promesse di campagna elettorale di un Bonaccini che prometteva riaperture di punti nascita e un ritorno alla territorialità più che alla centralità, è rimasto inevitabilmente deluso. E’ facile parlare di numeri in Appennino, numeri piccoli in proporzione al resto del territorio provinciale, ma proprio per questo le comunità montane che per sopravvivere hanno bisogno di servizi. Se la politica continua a privare la montagna pezzettino per pezzettino di quello che nel tempo ha costruito, allora il bando milionario della Regione Emilia Romagna per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa in Appennino per under 40 diventa solo un inutile slogan. Il rischio vero è trasformare una terra splendida in un territorio dormitorio dove i residenti, sempre meno numerosi, per curarsi, lavorare, studiare dovranno comunque spostarsi' - chiudono Simona Magnani e Stefano Corti.

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Redazione La Pressa
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