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Mi sentirò in un Paese civile solo quando si reagirà a tutta questa violenza sulle donne uscendo per le strade e dicendo tutti insieme: Basta! Un ennesimo fatto di violenza maschile su una donna e su un bambino, avvenuto nelle nostre terre, che ci allarma ma che purtroppo non ci stupisce! Ci stupisce invece ancora molto l'assoluta mancanza di allarme sociale che tali eventi suscitano tra la popolazione. Quado avvengono nelle case questi fatti vengono ancora percepiti quali 'fatti privati' che non mettono in pericolo la sicurezza pubblica. Ma occorre prendere atto che mentre calano a livello nazionale e locale gli omicidi e in generale i reati contro le persone, di segno inverso i reati determinati dalla violenza maschile sulle donne, compagne, fidanzate, mogli, o ex mogli e ex compagne. E' necessario un impegno diffuso innanzitutto di tipo culturale ed educativo per cambiare questa mentalità che rallenta le reazioni istituzionali.
E' necessario l'impegno di tutti: della scuola per la diffusione dei progetti educativi previsti nella 'Buona scuola', delle associazioni femminili che da sempre denunciano il fenomeno, delle forze dell'ordine e della magistratura per commisurare le pene alla gravità dei fatti, della stampa che nel raccontare i fatti inizi a prendere atto di tutti gli studi che rivelano come alla base di tale violenza ci sia un problema culturale legato al desiderio di possesso da parte dell'uomo sulla donna e quindi al rifiuto della sua libertà di scelta e non presentare questi orribili crimini come film dell'orrore con cui il carnefice viene quasi giustificato perché in preda alla disperazione amorosa. Questa resistenza alla libertà delle donne nella relazioni affettive è purtroppo dura da cancellare in un Paese che fino a qualche anno fa aveva nella sua legislazione il delitto d'onore (fino al 1981), la potestà maritale (fino al 1975) e lo stupro quale reato contro la morale e non contro la persona (1996). Questo non è un problema delle donne, ma è un problema per tutta la nostra società che ne paga costi altissimi sia in termini sociali che economici. E poi tutti ne potremmo essere vittime: abbiamo tutti figlie, sorelle, amiche. E’ ora che tutti ne prendiamo coscienza!
Caterina Liotti - consigliere comunale Pd
Redazione Pressa
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