Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Caro direttore,
Oggi, entrando nella chiesa di Santa Maria della Pomposa, ho avuto un sussulto alle coronarie: muri scrostati e anneriti, pavimenti sconnessi, lampadari che sembra siano stati spostati da un terremoto e mai più rimessi al loro posto.
Potrei citarle San Giovanni Decollato, San Bartolomeo, San Pietro, chiesa del Voto, Sant'Eufemia, Sant'Agostino: l'abbandono interno ed esterno fatto chiesa.
Da troppi anni questi edifici che trasudano spiritualità, storia, cultura, in una parola identità, sono lasciati in balia di se stessi senza che autorità religiose, civili e comunità cittadina se ne preoccupino.
Eh sì, perché l'importante è allestire un Natale laico (pardon, laicista) fatto di vacue luci, dispendio energetico, alberi, pupazzi, entità e forme che nulla hanno a che vedere con il concetto di Natività.
Siamo stati capaci di laicizzare una festività religiosa sfrattando il festeggiato dal suo compleanno.
Con un tale presupposto, gli abbiamo anche dato il visto uscire dalla sua casa destinando alla trasandatezza edifici che meritano ben altro.
Quando poi si apprende, non per sentito dire, che si è preferito investire in cose o edifici più laici, monta la rabbia.
D'altronde, con un Duomo diventato luogo di bivacco esterno e di sfregio dei suoi leoni lasciati alla mercé di tutti, senza protezioni, sede di visite spesso irriverenti dato lo scarso controllo degli addetti, con chiusura 'ministeriale' alle 19:00 cascasse il mondo e inutile apertura con orario continuato, bandiere della Comunità Europea al posto di quelle di Città del Vaticano, Messe sottratte a quasi tutte le chiese in via Emilia, adibite a sale da concerto, Monastero benedettino violentato nella sua vera essenza e sottratto all'Ordine del Santo di Norcia, tentativi di salvare il salvabile da parte di presbiteri non certo modenesi e neppure italiani, che cosa possiamo aspettarci?
Si dice che quando si è toccato il fondo, non si può che risalire: voglio auspicare che il livello di anestetizzazione a cui è giunta la comunità modenese non sia tanto pesante da impedirci di risalire.
Ringraziandola per l'attenzione, porgo i miei più cordiali saluti
Manfredi Colantuono
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>