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Prima che i “nani” e le “ballerine” della “politica” Modenese inizino la sconclusionata ed irresponsabile danza di dichiarazioni di segno opposto alle ineccepibili parole del Capo dello Stato, che – lo ricordo – ha svolto con rigore il proprio ruolo di garanzia previsto dalla Costituzione nel rispetto delle alleanze internazionali – Europa compresa – delle quali il nostro Paese è parte integrante e fondativa, senza per questo ostacolare i numerosi tentativi sin qui fatti dai partiti per risolvere la crisi in atto, è doveroso ribadire quanto già detto sin dall’inizio di questa inedita crisi politica.
Si è stabilito un primato. Per dirla con Di Maio è stata addirittura scritta la “storia”: la crisi Istituzionale più lunga e complessa che questo Paese abbia mai visto dagli albori della Repubblica, culminata con un “aborto” spontaneo e con il fallimento del tentativo del Professor Conte e del famigerato “Governo del Cambiamento”, sul quale – nei giorni scorsi – avevo espresso numerose perplessità, a seguito della lettura approfondita del Programma che ne era alla base.
A Modena, in particolare, abbiamo visto tutto ed il suo contrario: pezzi di PD sedotti dai Grillini, poi abbandonati in favore dei Leghisti, a loro volta 'fedifraghi' nei confronti dello storico alleato Forza Italia. Un circo della peggior specie, tanto da chiedersi se effettivamente chi faccia politica - in questa città, come anche nel Nazionale - ne abbia davvero la vocazione.
Sono stati 83 giorni di follia collettiva, che avevo previsto nel mio libro “ Il Sestante sul Fondale”, nelle quali ha prevalso – cosa tutt’ora sconcertante – la totale cecità rispetto ad argomenti validi, concreti e profondamente veri, ricordati dal Presidente Mattarella: i risparmi degli Italiani, la stabilità del sistema finanziario e bancario del nostro Paese, legato indissolubilmente all’Europa.
Un’Unione certamente da riformare, oserei dire quasi da rifondare, ma sempre con il costante orientamento alla solidarietà, alla crescita delle conquiste sin qui raggiunte ( non al loro smantellamento ) ed ai Valori che ne ispirarono la nascita e che in Italia non hanno più “padri”, poiché dimenticati – colpevolmente – da cittadini sempre più inclini all’avventurismo ed all’inesperienza. In poche parole, al “Populismo”.
Non serve un incarico politico attivo per dire la verità o per esprimere un'opinione almeno alla pari di quelle degli Onorevoli Salvini e Di Maio, nonostante non si possiedano i medesimi mezzi e la medesima attenzione. Servono solo onestà e la capacità di superare una condizione di perenne immaturità politica che ci ha condotti a non avere più partiti seri ma solo tifoserie organizzate.
Esprimo il pieno, incondizionato e convinto sostegno al Presidente Mattarella – come fatto sin dal giorno dopo le elezioni – ribadendo nel Suo operato la massima fiducia, per il bene di questa povera e smarrita Nazione, qualunque siano le iniziative che il Colle assumerà nelle prossime ore.
Pietro De Montis