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Caro Direttore,
Sentire parlare della scuola nelle ultime settimane è un po’come sentire parlare dei giovani negli ultimi 15 anni. Una politica e una classe dirigente che troppo spesso, ma senza fare di tutta un’erba un fascio, parla in modo entusiasmante dei ragazzi e della scuola, ma non costruisce le giuste scelte o non investe in modo coraggioso. Avendo contatto con decine di studenti di tutte le scuole superiori di Modena ho provato a capire quali problemi concreti affliggessero i nostri Istituti in provincia. Ho scoperto così che i trasporti ovunque sono insufficienti a garantire il corretto distanziamento, anzi nella zona di Sassuolo è stata ridotta addirittura la dotazione in alcune fasce orarie. Lo scaglionamento degli orari inoltre crea un notevole divario fra chi abita in città e chi abita fuori di essa e forse un’idea poteva essere quella di tenere conto di questo fattore nella costruzione degli orari.
E’ però vero che in molte scuole mancano più di un terzo degli insegnanti e molti ragazzi fanno orari ridotti a 4 giorni settimanali. Nelle scuole dove le carenze di docenti sono più controllate come nei Licei di Modena città si evidenziano però problemi nel mantenimento delle distanze all’ingresso e nei cortili. Qui porgo il mio invito a tutti i ragazzi d’impegnarsi nell’utilizzo delle mascherine perché sono un fattore importante per poter ridurre il contagio, anche se non sempre le regole di utilizzo di esse sono chiare. In alcune scuole c’è un severo controllo, mentre in altre è lasciato tutto al buon senso dei ragazzi. E’ così che si scopre anche l’esistenza di servizi di serie a e serie b. In alcuni istituti sono presenti dispenser di gel idroalcolico in ogni aula o quasi e la sanificazione dei banchi, mentre in altre non ce n’è traccia.
Infine la DAD è ancora priva di regolamenti precisi e questo non fa che creare disparità di trattamento e di insegnamento. La ripartenza è difficile, ma necessaria, sarebbe forse stato meglio però partire per tempo nell’organizzazione e concentrarsi maggiormente sui docenti e gli studenti più che sui banchi innovativi con le rotelle. C’è però ancora una possibilità, ossia che la classe politica ascolti insegnanti e studenti e un passo alla volta risolva i problemi, questo sarebbe già un successo.
Davide Nostrini - Italia del Futuro
Redazione Pressa
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