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La situazione è la seguente: il colmo di piena sta passando ora, verso le 18 di oggi 12 dicembre 2017.
Non sappiamo se andrà tutto bene. Il fiume tira di più grazie ai lavori fatti.
Invece grazie ai lavori non fatti il franco alla maledetta curva del Cantone è di appena 1 metro. Ricordo che se il fiume esce lì non avremo neppure il tempo di dirci ciao. Siamo nel 2017. Sono passati tre anni, diciamo pure due. Cosa è stato davvero fatto (a parte le solite parole)? Quando sarà fatto il resto?
Pare che i fondi non sono più sufficienti (sarebbe bastato ciò che è stato speso per “risarcirci” per mettere in sicurezza il fiume...). Abbiamo avuto un anno estremamente asciutto e alla prima pioggia importante-normale per la stagione invernale- siamo già in pericolo di esondazione.
Non è possibile vivere con il patema d’animo alla prima pioggia invernale in uno stato di precarietà continua.
I nostri responsabili ci parlano di misure atte a fronteggiare piene ventennali, quando in tutto il mondo la prevenzione seira dal punto di vista scientifico si attesta su misure atte a fronteggiare piene bicentenarie. Questa situazione dimostra che siamo alle mercé del primo evento climatico appena più severo.
La nostra sicurezza personale dipende da interessi e calcoli politici che tagliano fuori volontariamente cabine di regìa apolitiche e pur di altissimo livello, ma che non convergono con le scelte politiche che stanno a monte. E questo è di un’estrema gravità. In poche parole: i fiumi devono tornare ad essere grandi e a correre. Contemporaneamente, vanno rinforzate tutte le curve arginali perché sono queste che cedono per prime sotto la spinta inerziale di un’enorme massa d’acqua in movimento.
Parallelamente, vanno alzati e rinforzati gli argini lungo tutto il percorso fluviale. Ma più di tutto, non si può accettare come parametro di riferimento delle opere infrastrutturali una piena “di ritorno ventennale”: ciò equivale a dire che al prossimo normale evento invernale siamo di nuovo tutti a correre per cercare di salvare le macchine e i piano-terra.
Forse questa non è serietà politica, ma certamente non è serietà scientifica.
Vittorio Cajò
Redazione Pressa
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