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Sono 25 su 34 gli imputati del processo Aemilia contro la cosca di 'ndrangheta con epicentro a Reggio Emilia che hanno scelto il rito abbreviato sui nuovi capi di imputazione contestati loro dai pm l'8 febbraio scorso. Alcuni hanno inoltre fatto richiesta di un'integrazione delle prove, procedendo quindi con il cosiddetto rito 'abbreviato condizionato', che il collegio dei giudici presieduto da Francesco Maria Caruso sta ora valutando in Camera di consiglio. Tra gli imputati che hanno scelto di proseguire il giudizio nel procedimento ordinario, il nome piu' pesante e' quello di Giuseppe Iaquinta -padre del calciatore Vincenzo- difeso dall'avvocato Carlo Taormina. E' il quadro emerso dall'udienza di questa mattina in Tribunale a Reggio, che configura di fatto uno sdoppiamento del processo con un altro rito abbreviato (dopo quello che si e' celebrato a Bologna).
Nel dettaglio delle singole posizioni, scelgono l'abbreviato gli imprenditori di Montecchio Palmo e Giuseppe Vertinelli, i cui legali sostengono che il nuovo capo di imputazione contestato- l'affiliazione all'associazione di stampo mafioso (capo 1) fino al mese scorso invece che alla data degli arresti del 28 gennaio 2015- potrebbe estendersi anche ai 'reati satellite' di cui i due fratelli sono accusati nel processo Aemilia bis. Di conseguenza - dicono i difensori all'agenzia Dire - anche per questi reati i Vertinelli dovrebbero poter usufruire del rito abbreviato che prevede se condannati uno sconto di pena.
Si esprimono per l'abbreviato anche Eugenio Sergio, Antonio Floro Vito, Gianni Floro Vito, Pasquale Rillo e Antonio Muto del 1971. E ancora: i collaboratori di giustizia Salvatore Muto e Antonio Valerio oltre a Antonio Muto (del 1955), Alfonso Paolini, Luigi Silipo, Vincenzo Mancuso e Pierino Vetere.
Stessa decisione per i 'capi' Michele Bolognino, Luigi Muto e Gianluigi Sarcone- questi ultimi due accusati di essere diventati nel tempo i promotori del sodalizio- che hanno tutti optato per l'abbreviato condizionato. E infine: Pasquale Brescia, Carmine Arena, Mario Vulcano, Graziano Schirone, Maurizio Cavedo e Gaetano Blasco, Antonio Muto del 1978 e Sergio Bolognino. Oltre a Giuseppe Iaquinta, continuano invece in rito ordinario Moncef e Karima Baachaoui (la donna e' pero' irreperibile) Antonio Crivaro, Francesco Amato, Alfredo Amato, Gabriele Valerioti, Carmine Belfiore e Francesco Lomonaco. Il pm Marco Mescolini si e' opposto alle richieste di abbreviato condizionato, come pure alla richiesta di ascoltare di nuovo Giuseppe Iaquinta- come chiesto dal suo avvocato- dopo le dichiarazioni sul suo conto dei pentiti. I difensori hanno puntualizzato che, se l'abbreviato condizionato sara' respinto dalla Corte, si avvarranno della facolta' dell'abbreviato semplice. Nel nuovo procedimento e' stato infine appurato, non sara' necessaria una nuova costituzione delle parti civili gia' ammesse a quello ordinario in corso.
Redazione Pressa
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