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Discarica di Poiatica, le prime caute ammissioni

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Per la Regione il biostabilizzato arrivato dal Cermec, da Mantova Ambiente e da Sesto fiorentino-Quadrifoglio è in regola. Ma le domande restano


Discarica di Poiatica, le prime caute ammissioni
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Dopo cinque lunghi  anni di lotte, manifestazioni, interrogazioni, dibattiti ed esposti finalmente dalla Regione arrivano le prime caute ammissioni, in merito agli interrogativi sollevati per l’ennesima volta anche dal   consigliere 5Stelle Gianluca Sassi, in merito al  contestatissimo biostabilizzato conferito a  Poiatica  – discarica di Iren Ambiente.

Cinque anni di penitenza.  Di vuoto assoluto. Di omertà. Di prese in giro. Di finti tonti e finti politicanti. Cinque anni in cui  nessuno ha mai voluto specificare da quali impianti provenisse il biostabilizzato e da chi fosse stato trasportato in discarica. Chissà il perché?! Eh?

Silenzio totale da parte dei signori alla  Regione, Provincia,  Iren,  Arpa,  persino da parte della stessa ex sindaca di Carpineti, che pure doveva essere informata come da accordi sottoscritti con Iren sui nomi degli impianti e degli autotrasportatori.

Cinque anni perchè forse ogni clamore mediatico sfumasse nelle uggiose nebbie padane,  che gli ambientalisti riponessero le loro asce di guerra, e che i più rompiballe nel frattempo, magari, schiattassero serenamente. E dopo cinque anni perché  mai i giornalisti dovrebbero ancora scrivere di questa storia?  

Perché  il mostro è stato solo sedato e quindi,  per un qualsiasi capriccio della politica post elettorale, potrebbe improvvisamente risvegliarsi  ogni suo vorace appetito. Soprattutto se si tratterà di mettersi in pancia altre  migliaia di tonnellate di amianto vetrificato. Quindi se  il drago dorme non è detto  che si possa star tranquilli.  Anzi!

Tant’è che dopo tante ipotesi ora dalla Regione, lor signori  ammettono finalmente che  il biostabilizzato arrivava anche dagli impianti toscani, in particolare dagli impianti di selezione e compostaggio di Sesto Fiorentino - Firenze  (della Quadrifoglio spa oggi divenuta Alia Servizi Ambientali spa) e del Cermec spa di Massa – Carrara.

  Due posticini rinomati! Non c’è che dire!  Nel leggere tutti i loro guai, in rete, non basta una giornata.  Sia l’impianto di Case Passerini di Sesto Fiorentino della Quadrifoglio spa, sia il Cermec Spa di Massa,  sono infatti stati travolti dalle  indagini della procura di Firenze per illeciti in campo ambientale.

Negli ultimi due anni la Quadrifoglio spa la municipalizzata di Firenze,  è stata collegata all’indagine sul gruppo di Produrre Pulito spa per lo smaltimento illecito di rifiuti a Cava Paterno, sia un’altra indagine che riguardava lo smaltimento illecito di rifiuti radioattivi,  che per le modalità della gara d’appalto come gestore unico dell’Ato Toscana Centro assieme a SEI Toscana spa. L’impianto di Case Passerini  è stato invece indagato nel dicembre 2017 per via delle emissioni insopportabili del compost.

Sul Cermec spa  per anni invece si è alternata una sequela di indagini, che ha visto poi  alla presidenza dal 2016 Emanuele Giorgi, che già ne era sindaco revisore dal 2010.  I quotidiani locali fin dal 2011 denunciano i guai che hanno investito i vertici del Cermec per false fatturazioni e un grosso buco in bilancio, ma anche per la pessima qualità del compost.  Nell’inchiesta denominata Cermec- ErreErre  finiscono con il rinvio a giudizio  diciotto nomi di dirigenti, tecnici ambientali e politici locali. Le cronache riportano anche un grosso incendio doloso  all’ impianto di bricchettaggio dei sovvalli.  I giornalisti di Inchiostro Scomodo scrivevano  che  dentro all’area  del Cermec,  dove prima c’era la Damas, altra ditta di smaltimento rifiuti,  c’erano  42 container  fatiscenti e percolanti liquidi velenosi. Dentro ai container erano stati rinvenuti rifiuti speciali e pericolosi per circa 2.500 tonnellate, contenenti piombo, cadmio, mercurio e altre sostanze tossiche o Eco-tossiche.  La Damas era di  Massimo Dami, legato a Luigi Cardiello, il  re Mida dello smaltimento illecito tra Umbria e Toscana, coinvolto a sua volta nell’operazione Cassiopea,  che ha visto inquinare vaste aree del territorio campano. Il Cardiello ha avuto legami con Domenico Del Carlo  della famigerata DEL.CA. Il Del Carlo era in affari con i casalesi e socio privato della municipalizzata CERMEC. Inoltre come riporta un articolo del Tirreno, secondo il  pentito dei casalesi Schiavone da Massa Carrara per anni sono partiti  tir carichi di fanghi industriali pericolosi, compresi quelli della fatidica Farmoplant,  - azienda chimica di fitofarmaci di Massa Carrara -  incendiatasi nel 1988,  destinati ad essere seppelliti illecitamente  nelle discariche di mezza Italia.

Possiamo dunque stare tranquilli? Possiamo credere davvero che come riportato nel documento della Regione il biostabilizzato arrivato dal Cermec, da Mantova Ambiente e dall’impianto di Sesto fiorentino della Quadrifoglio sia davvero stato in regola? Anzi è in regola perché così riferisce Iren alla Regione?

Ma se Iren aveva  già provveduto all’epoca a verificare che il biostabilizzato prodotto da impianti extraregionali fosse conforme al diktat  voluto dal decreto regionale, come mai ci sono voluti cinque anni per dircelo?

E come mai se il biostabilizzato era in regola i residenti di Carpineti e dintorni erano insorti disperati per le esalazioni insopportabili, il bruciore alla gola e agli occhi, l’impossibilità di aprire le finestre di casa e tanti altri malesseri? Quale mistero? Che sia stata opera del mago Zurlì? Torno a rimarcare che nel verbale del “consiglio comunale aperto” del 16 marzo del 2013  la ex sindaca Montemerli  cita la pessima qualità del biostabilizzato, che arrivava dalla Toscana,e per tranquillizzare la popolazione afferma di non volere che ne conferissero più.

Quindi di che stiamo parlando?

Maria Petronio

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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