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«Voi gente per bene che pace cercate, la pace per far quello che voi volete... se questo è il prezzo vogliamo la guerra... » Così recitava una ormai fuori dal tempo «Contessa». Canzone simbolo del ‘68 e di quel «scoppiava finalmente la rivolta» tanto caro a Guccini. Canzone oggi bandita e della quale la sinistra (sinistra?) Pd si vergogna. Ecco, in fondo basterebbero queste due strofe, estrapolate dal contesto ideale-ideologico di allora, per rispondere a Muzzarelli, per replicare al suo invito ad «evitare polemiche e dissapori», per ribattere al suo inno alla «compattezza». Riferito alla elezione di Vecchi e all’unico «no» espresso dalla Franchini. Sola su 32 consiglieri. La compattezza, la pace, l’unanimità, l’a n d a re tutti d’accordo sono parole importanti e belle. E per questo non possono essere storpiate. Abusate sull’altare dell’interesse di chi comanda.
Non è vero che se qualcuno alza la mano per dire che l’elezione a presidente camerale di Giorgio Vecchi è l’esempio del peggior poltronismo di sempre, che la nomina di Vanni Bulgarelli a Seta è l’emblema di una concezione «amicale» degli incarichi pubblici fuori dalla meritocrazia, che la scelta di Andrea Burzacchini a Amo nasconde solo la volontà di escludere gli altri candidati (Lorenzo Carapellese su tutti), che la promozione di Giuliano Barbolini a Ert è un modo per riciclare un ex sindaco pluripensionato, che la scelta di Michele Andreana alle Farmacie rispetta le stesse logiche, che la presidenza di Carimonte (nominata dalla Fondazione Crmo) e della società (Ccc) a cui la Fondazione Crmo ha affidato l’appalto milionario per il Sant’Agostino coincidano nella stessa persona (Domenico Livio Trombone) è una vergogna inaudita.
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Ecco, non è vero che se qualcuno alza la manina per dire tutto questo crea «dissapori» e fa il male di Modena. No, caro sindaco. Non è mica vero. Non funziona così. La critica - forse - può fare male a chi comanda (che comunque se ne frega quindi tanto vale), ma non fa il male della collettività. La pace che il «Sistema» cerca è la pace falsa di chi vuole solamente autotutelarsi, la pace - appunto - per fare quello che si vuole. E’ la democrazia di chi vuole il bene della collettività, ma con la premessa che solo chi comanda sa qual è quel bene. L’elezione di Vecchi segna una pagina tristissima dell’associazionismo modenese che si dice «continuo» con un presidente (Maurizio Torreggiani) appena cacciato. Le nomina di Burzacchini, Andreana, Barbolini, Bulgarelli sono frutto di una visione distorta di «cosa pubblica». Il doppio ruolo di Trom - bone (CCC e Carimonte) è un conflitto di interessi che grida vendetta. Altro ch e la Bilbao del sempre ottimista Giuseppe Boschini. Queste cose si possono dire. Con buona pace della normalizzazione e del silenzio compiacente di tutti. E non è vero che dicendole si fa il male. Il male è altro. Purtroppo. E resta.
Leo
Redazione Pressa
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