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Assemblea pubblica Sacca: sala troppo piccola, imbarazzo, tutti a casa, ma la decisione è da commedia

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Scene surreali ieri sera alla Polisportiva Sacca alla presenza del sindaco, di tre assessori, e di cittadini in attesa di confrontarsi sul mega progetto del polo logistico. Cinquanta persone fuori. Il sindaco abbozza soluzioni per procedere lo stesso ma è il caos. Il video


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La serata finisce a pochi minuti dalla sua apertura, chiusa dal Presidente del Quartiere che microfono in mano toglie dall'imbarazzo sindaco, tre assessori, e Direttore Generale del Comune, e alcune decine di persone all'interno della sala mandando tutti a casa e rimandando l'appuntamento alla prossima settimana, forse al Palaroller, spazio certamente più grande e quindi adeguato per ospitare decine di persone. Comprese quelle che questa sera, a seguito delle restrizioni Covid che obbligavano ad accessi limitati nonostante il possesso di Green pass rafforzato, erano rimaste fuori dalla porte. Almeno 50.
Nessuno aveva programmato che una assemblea pubblica di quartiere su uno dei temi più caldi degli ultimi anni come l'espansione del Polo industriale e logistico Conad avrebbe richiamato così tante persone e che quella sala sarebbe stata inadeguata? Evidentemente no.
Fatto sta che la soluzione adottata è stata quella di un rinvio ma il come ci si è arrivati è stato degno di una commedia italiana di fantozziana memoria.

Tutto parte da quando ci si rende conto che la sala è piene e non è possibile fare entrare più persone per norma anti-covid. Il malumore serpeggia. Il sindaco prende il microfono e azzarda due ipotesi da sottoporre al parere dei presenti: ipotesi A, si procede con la serata senza i 50 fuori invitandoli nominalmente ad una serata solo per loro la prossima settimana. Ipotesi B, si rinvia tutto alla prossima settimana scegliendo uno spazio come il pararoller adeguato per ospitare tutti. Il sindaco, su suggerimento di alcuni, propone la messa ai voti delle due proposte. Parte la votazione per l'ipotesi A, per alzata di mano, ed il conteggio dei voti ma è subito caos.

A contare sono più di uno. Nessuno decide chi deve farlo. C'è chi inizia da una parte e chi dall'altra, chi dalla fila di sinistra e chi di destra. Più o meno a voce alta o in silenzio, contano tutti, o quasi. Passano i minuti e il verdetto non arriva. Viene accennato qualcosa, bonfonchiando. Sembra 17, no 16, ma subito parte l'invito a votare la seconda proposta. Il conteggio è caotico ma a renderlo sempre difficile è l'ulteriore proposta di alcuni presenti, tra cui alcuni orgogliosi di chiamare il sindaco per nome, 'oh Giancarlo', di fare votare anche coloro che sono rimasti fuori. Gelo. Praticamente impossibile. L'imbarazzo regna ancora sovrano. I toni sono pacati, nessuno alza la voce nonostante la situazione inizi a essere snervante e paradossale. A tratti vicina al ridicolo. Non ci si salta fuori. L'ennesimo stallo. L'ultima proposta di fare votare sulle due ipotesi anche le persone rimaste fuori ha inserito una variabile impazzita difficile da gestire, capace di fare naufragare anche il timido e improbabile tentativo di una votazione plausibile. Ma non è finita. Interviene dal pubblico un autoproclamato risolutore, ma la sua soluzione viene bocciata se non a voce da sguardi silenziosi e complici che uniscono sindaco, assessori e platea. La proposta è la seguente: 'Facciamo rimanere qui soltanto un rappresentante per famiglia'. Un altro partecipante non vuole essere da meno e conquistando il consenso di alcuni si lancia in un'altra proposta: possono stare solo coloro che abitano nel quartiere. Anche l'Assessore Vandelli scuote la testa. L'Assessore Filippi, in piedi su un fianco della sala non crede ai suoi occhi. La stanchezza sua e di molti ormai serpeggia. E' chiara il desiderio di chiuderla lì ed è chiara la consapevolezza dello stallo. Passano ancora minuti tra l'imbarazzo generale ed il mormorio. C'è qualcuno che ancora conta, rassegnato al fatto che non servirà a nulla. Il sindaco si è rassegnato al silenzio. A quel punto il presidente del quartiere prende in mano la situazione. E' il suo momento, che magari aspettava. Quella sala ora sembra casa sua. Avanza deciso verso il bancone ed il microfono. Del resto il sindaco è importante ma il presidente del quartiere che ha lanciato l'evento è lui. E' deciso a a decidere, per tutti. Sale in cattedra in piedi, dietro al bancone, agguanta il microfono, solito colpo per verificarne il funzionamento, salta il 'prova, prova, si, si' e si lancia: 'Facciamo che la chiudiamo qui e rinviamo tutto alla prossima settimana'. 'Bravo Bravo', esulta la platea. Momento di gloria, davanti al sindaco compagno di partito. Ce l'ha fatta. L'assessore Vandelli è attonita, lui la la guarda e si mette a spiegare, a microfono spento. E' l'uomo forte della serata. Lui in piedi e il sindaco è ancora seduto. Conferma del suo ruolo, in qual momento. La gente si mette le giacche, i fedeli alla linea salutano orgogliosi il sindaco per nome. Ostentando una amicizia quasi da compagni di scuola e non solo di partito. Tutti a casa, tutti a letto. Se ne riparlerà la prossima settimana, forse al palaroller. 'salvo guerra o altre disgrazie' sottolinea il sindaco. Qualcuno si tocca, per scaramanzia. Molta gente ha già preso la via di casa. Buona notte.

Gi.Ga.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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