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'E' chiaro che la distanza incide negativamente sul piano dell'emergenza, ma l'esito del soccorso dipende anche da altri fattori. Anche in casi di distacco di placenta come quello che si è verificato recentemente, con una buona gestione emodinamica, della pressione e dell'ossigenazione l'esito può essere favorevole anche in casi di maggiore distanza dal luogo previsto del parto. Se però il distacco è molto grosso, e sul territorio non possiamo avere una diagnostica avanzata, l'esito può essere infausto'. E' uno dei passaggi della risposta di Stefano Toscani Direttore del dipartimento di emergenza urgenza dell'Ausl e dell'azienda ospedaliera Policlinico di Modena, alla nostra domanda: 'Se lo stesso caso avesse riguardato una donna di Fiumalbo e non di Pavullo cosa poteva succedere?' Domanda posta nel corso dell'ultima conferenza stampa organizzata dai vertici Ausl per fare il punto sul caso del bimbo morto dopo il parto all'ospedale di Sassuolo, di una donna di Pavullo.
Il protocollo in vigore dal gennaio del 2016 sancisce di fatto l'esclusione dell'ospedale di Pavullo dalla rete di dei centri per la gestione di questo genere di emergenza ed è così che una volta valutata l'entità dell'emergenza anche la donna di Pavullo, pur residente a 5 minuti di auto dell'ospedale di Pavullo, doveva essere trasportata in pianura. e così dovrebbe succedere anche per donne distanti 70-80 km da Sassuolo, residenti nell'alto Frignano, in una zona che la stessa commissione sanità regionale ha valutato a più alto rischio.
Ed è qui, visto che l'elicottero non può trasportare donne in travaglio ed il trasporto deve avvenire solo su gomma, che entra in campo il massimo sforzo per garantire, oltre ad un soccorso veloce, anche quella stabilizzazione delle funzioni vitali che consentono un esito positivo anche nel caso di lunghe distanze.
'In questi casi - sottolinea Toscani - l'utilizzo dell'elicottero, ora esteso anche in fascia notturna, se non può servire per il trasporto della donna può servire per trasportare medici specializzati e competenze come quella anestesiologica direttamente sul posto. Sia a tutela della mamma sia del neonato. Una modalità che stiamo estendendo. Si tratta di un sistema in progress. Entro un mese abbiamo organizzato una serie di riunioni per integrare e rivedere, con l'obiettivo di potenziarla, la rete di competenze mediche ed infermieristiche per i territori più distanti'
Redazione Pressa
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