Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Chi presenta la denuncia, singolarmente, lo fa solitamente per contestare l'obbligo vaccinale o il Green Pass e la rigida applicazione introdotta in Italia, con un obbligo riguardante anche il lavoro. Sono molti lavoratori sospesi, che il Green Pass rafforzato non ce l'hanno, che fino ad alcune settimane fa potevano accedere con un tampone ogni 48 ore e che ora non possono più farlo, ma non solo. Ci sono anche coloro che pur avendolo rafforzato da vaccinati per obbligo o perché guariti, non intendono usarlo. Come forma di protesta. Averlo ma non usarlo per non legittimarlo. Ma c'è chi avendolo e per ovviare all'impossibilità di tanti di depositare nella cancellaria della Procura il proprio atto perchè sprovvisto di Green Pass, si offre per depositarlo per altri, per coloro che non avendo il Green Pass sulla base della norma vigente, non possono entrare.
Nemmeno per poco, nemmeno per il deposito di un documento. Passaggio però non facile. Le denunce sono individuali, personali e come tali vanno presentate. Singolarmente. La delega di altri può non essere accettata se presentata da un cittadino comune. E spesso allora si ricorre ad avvocati che dopo avere raccolto le uguali ma distinte querele di gruppi di cittadini, fanno la fila davanti alla procura e le depositano. Succede anche a Modena, da settimane. Un mese fa avevamo documentato la fila davanti alla procura. A decine. Tutti con la loro denuncia da depositare, sfidando gli orari super ristretti dell'ufficio giudiziario di corso Canalgrande. Nelle ultime settimane l'afflusso si è ridotto ma è rimasto costante.
Ogni giorno, anche a Modena come in tanti capoluoghi italiani, ci sono persone che comprano una marca da bollo e singolarmente firmano un atto con il quale chiedono alla giustizia di riconoscere come illegittime le restrizioni introdotte dal susseguirsi dei decreti e il riconoscimento delle responsabilità del governo e del presidente del consiglio che le ha introdotte.
Il reato che la denuncia ipotizza e chiede di applicare è la violenza privata, legata appunto alle restrizioni e di un obbligo che anche dove non c'è è tale nel momento in cui viene collegato alla perdita del lavoro o alla perdita del diritti di usufruire anche di servizi pubblici fondamentali, come trasporti e istruzione. Insegnanti, operai, infermieri, impiegati. Sospesi dalle loro mansioni perché non vaccinati o perché semplicemtne tra coloro che non si sono mai ammalati. Oggi costretti ad un giungla di regole che escludono e dividono dalla vita sociale e lavorativa sulla base del possesso o meno del certificato verde rafforzato. Persone che a Modena trovano un ulteriore ostacolo nel non potere accedere all'apposito ufficio al piano terra della procura se non muniti di green pass, proprio quello strumento che la denuncia contesta. Una deroga potrebbe essere concessa solo in caso di urgenza. 'Direi che l'urgenza ci sia, visto che ogni giorno che passa chi è stato sospeso dal lavoro non ha stipendio e ha urgenza di ritornare a guadagnare per se e la propria famiglia' - afferma Graziella. 'Ma pare che la nostra non sia una urgenza'. Diverse persone a Modena avrebbero chiesto al funzionario addetto di accettare le denunce uscendo sulla soglia di ingresso, nell'area immediatamente esterna. Ipotesi rifiutata. Scene simili in altre procure d'Italia
Gi.Ga.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>