Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
C'è la mancata trasparenza legata all'affidamento diretto di un servizio pubblico che diversi operatori possono offrire e gestire, c'è la mancata fornitura di documenti ufficiali come le PEC (mail certificate) inviate all'ente pubblico e delle quali il comune sembra non avere più traccia, e ci sarebbe il presunto danno derivato da una spesa per un servizio che l'ente pubblico, in questo caso una Unione di enti pubblici, quella che riunisce i comuni delle cosiddette Terre di Castelli, avrebbe potuto risparmiare, mettendo a bando un servizio con avviso pubblico.
C'è sostanzialmente questo (e non è poco) all'interno dell'esposto che l'U.Di.Con Emilia Romagna, organizzazione per la difesa dei consumatori, ha inviato all'Anac (Autorità nazionale anticorruzione). Al centro della questione c'è l'affidamento diretto e a titolo oneroso, da parte dell'Unione dei Comuni Terre di Castelli Federconsumatori provinciale di Modena, organizzazione per la difesa dei consumatori emanazione della CGIL.
Sapendo che la legge 45 consente agli enti locali di attivare uno sportello consumatori, nel mese di luglio del 2016 l’U.Di.Con, l’Associazione in difesa dei consumatori presentò tramite Posta elettronica certificata una richiesta per la gestione sportello in forma gratuita. Nessuno risposta arrivò anche solo per un diniego. Ma a metà del 2017 L'Unione affidò direttamente per tre anni, senza gara, la gestione triennale dello sportello a Federconsumatori, per una spesa complessiva di 18 mila euro. Nel luglio U.Di.Con invia un altra PEC per chiedere spiegazioni ma nemmeno a quella richiesta riceve risposta. Da qui, la questione viene presa in mano da un consiglieri comunali d'opposizione (Filippo Gianaroli del M5S) che presenta una richiesta di accesso agli atti all'Unione. Questa volta la risposta (obbligata per legge), arriva e non chiarisce nulla, perché sembra che non solo non ci siano più gli atti a supporto dell'affidamento ma anche le PEC inviate dall'U.
Di.
Con sembrano finite nel nulla. Non c'è traccia, almeno fino ad ora. La questione arriva anche al Consiglio dell'Unione che decide di fatto di non procedere con una commissione interna richiesta e di chiudere la questione senza risposta.
Fatti ed atti inacettabili per il Presidente U.Di.Con Vincenzo Paldino (foto in conferenza), che ha illustrato in una conferenza stampa presso la sede di via Saliceto Panaro 5, a Modena gli estremi e le ragioni dell'esposto. 'In ballo ci sono soldi pubblici e soprattutto c'è il rispetto della trasparenza e del corretto operato della pubblica amministrazione che deve garantire e tutti i soggetti operanti ed attivi nel settore, e non ovviamente solo noi, le stesse condizioni, quelle che sarebbero state, e dovevano essere garantite da un avviso pubblico.