Erano presenti 45 imprenditori della provincia di Lucca che - con oltre 400 autocarri - rappresentano circa il 70 per cento della aziende di autotrasporti di questa provincia Toscana. Dopo un lungo confronto sulla inutilità delle misure governative annunciate dal viceministro Bellanova e il rischio reale di chiusura per molte aziende, l’assemblea ha concordato la prima misura concreta per cercare di arginare le conseguenze degli aumenti. E’ evidente infatti che nessuno intende bloccare irresponsabilmente un settore, come alcuni storici referenti delle vecchie associazioni hanno ventilato strumentalmente, ma l’insostenibilità stessa degli aumenti potrebbe portare alla incapacità delle aziende di mettere in strada i propri mezzi. Quindi nessun fermo dell’autotrasporto come qualcuno minaccia per delegittimare ogni protesta, ma uno ’stop’ diverso dettato dalla impossibilità di far uscire gli autocarri dalla azienda. Insieme oggi gli imprenditori di Lucca hanno dunque concordato di far partire domattina una lettera ai propri committenti per chiedere un adeguamento tariffario proporzionale all’aumento del gasolio. A metà della prossima settimana si terrà quindi una seconda riunione per fare il punto sulle risposte ricevute e per agire di conseguenza con azioni comuni. ‘Oggi applicare alla committenza un aumento del servizio è vitale per affrontare l’emergenza. Ribadiamo parallelamente l’esigenza di un intervento strutturale che permetta ditagliare le accise - spiega la portavoce di Ruote Libere Cinzia Franchini -. La battaglia della nostra categoria è in realtà la battaglia di tutti, di imprese e famiglie perché il costo del carburante ha conseguenze dirette e indirette sull’intero Sistema-Paese’.
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