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Stupiscono le parole del segretario provinciale Pd Davide Fava secondo il quale a parte Libera, diversi amministratori Pd e alcuni organi di informazione, nessuno si sarebbe occupato del processo Aemilia.
Aspettiamo le sentenze di primo grado, perchè il giudizio tocca ai giudici e non ai Pm, ma che il processo Aemilia sia passato sotto silenzio è purtroppo un fatto e su questo concordo in pieno con le parole del segretario Pd, ma i motivi per cui tutto è stato silenziato penso siano opposti. Il Pd che da sempre governa il territorio emiliano non può chiamarsi fuori limitandosi a fare i complimenti a se stesso.
Lasciamo perdere i rapporti familiari che legano la dirigente all'urbanistica del Comune di Modena e moglie del sindaco di Reggio Pd, Maria Sergio, e uno degli imputati cutresi (per il quale sono stati chiesti 14 anni) perchè le colpe dei padri non ricadano sui figli e lasciamo perdere anche la condanna a 2 anni e 4 mesi del dirigente del Comune di Finale, amministrato dal Pd, Giulio Gerrini, perchè magari ha agito da solo. Lasciamo perdere questi esempi: il problema è che se il sistema economico locale si è dimostrato tragicamente permeabile alle infiltrazioni mafiose, come afferma giustamente Fava, chi amministra il territorio non può limitarsi a osservare e puntare il dito. Serve una autocritica profonda e non un auto assolvente richiamo alla presenza di qualche amministratore Pd ad assistere il processo in aula.
Serve autocritica da parte del Pd e serve autocritica da parte di associazioni di categoria al Pd da sempre vicine. Se gli imprenditori - come ha sottolineato il pm Mescolini - si sono mossi in prima persona per cercare un contatto con il mondo della 'Ndrangheta e questo contatto è diventato sistemico, perchè nessuna associazione di categoria si è accorta di nulla? Chi governa non ha davvero alcuna responsabilità se il tessuto economico del territorio si dimostra così fragile e attaccabile? Bastano protocolli anti-mafia e testi unici per sentirsi sollevati e 'dalla parte dei buoni'? Ricordo che per l'ex vicepresidente della Cna di Reggio Emilia Mirco Salsi, ieri sono stati chiesti 12 anni di carcere. Il silenzio da parte del Pd e dell'associazionismo vicino all'amministrazione è stato assordante. Questa è la verità.
Fava poi nel darsi le pacche sulle spalle e nel lodare Libera, dimentica il ruolo fondamentale di Agende Rosse Mauro Rostagno Modena e Brescello che ha seguito passo a passo il processo pubblicando integralmente gli atti e dimentica che a Modena vi è stata una presidente nazionale della principale associazione degli autotrasportatori che - per la prima volta in Italia per una associazione del trasporto merci - si è costituita parte civile a quel processo. E quella presidente, prima di vedere bocciata la propria richiesta di modifica dello statuto della Cna-Fita in senso legalitario, è stata spesso presente in aula a Reggio e a Bologna. Ma, per non correre il rischio di autoassolvermi come ha fatto Fava, su questo aspetto non mi soffermo oltre.
Cinzia Franchini
Redazione Pressa
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