La risoluzione Casini è composta da una sola riga: 'Il Senato udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva'. Una vera e propria delega in bianco, l'ultimo atto di arroganza politica di un premier che in questo anno e mezzo di Governo ha sempre dimostrato di mal tollerare il dibattito parlamentare. La fatica del confronto. Il logorio del compromesso. Elementi certo lontani dal decisionismo dell'uomo forte, ma essenziali per la democrazia stessa.

In seguito alla apposizione della questione di fiducia la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Con ogni probabilità il centrodestra (come ha spiegato il capogruppo Romeo) non voterà la mozione Casini e a quel punto, salvo colpi di scena, sarà crisi di Governo.
Se così finiranno le cose, se davvero la palla passerà a Mattarella (il quale cercherà un nuovo premier per traghettare l'Italia verso il voto), l'esperienza Draghi si chiuderà nel modo più coerente rispetto al profilo dell'ex banchiere, da sempre insofferente verso i partiti che ne avevano acclamato la venuta. D'altra parte la legislatura si chiuderebbe con un sussulto (insperato) di dignità dei partiti stessi (non tutti...) che hanno trovato la forza di rischiare e di assumersi la responsabilità di una scelta politica, togliendo lo scettro del potere al cavaliere bianco che si stava trasformando in Re.
Giuseppe Leonelli