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Caro sindaco, non cerchi il consenso confezionato ma ascolti i modenesi

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Lettera aperta di Giovanni Finali: 'Gli inviti all'unità ed alla coesione della Comunità non vanno ?lanciati' solo quando si ha idea che ci si potrebbe trovare tutti in difficoltà. E che poi, quest'ultime superate, sia possibile riprendere le precedenti abitudini e comportamenti. Quelli che sono solo degli uni contro gli altri e vince il più forte'


Caro sindaco, non cerchi il consenso confezionato ma ascolti i modenesi
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Ho riflettuto un bel pò prima di decidermi a scrivere una lettera aperta, rivolta “direttamente” al mio sindaco sia perché avverto una doverosa  forma di rispetto istituzionale sia perché ho idea di correre il rischio che egli interpreti le mie parole, caso mai le dovesse leggere personalmente, esclusivamente per i loro aspetti critici e non invece, come mi piacerebbe che fosse, come un invito e, se vogliamo, una sollecitazione a riflettere sul suo stile di governo della  ittà, che troppo spesso assomiglia assai più a quello di un amministratore delegato ed unico che non a quello che é richiesto a chi amministra la vita di una Comunità, cioè di essere un buon mediatore (nel senso più nobile del termine) fra gli interessi diffusi delle sue diverse componenti. E di saperne ascoltare le ragioni.

Se mi sto azzardando a farlo farlo, comunque, é perché talvolta, in realtà molto raramente, egli spende delle parole che paiono lasciar intravedere il suo desiderio di riuscire ad interpretare quel ruolo, com’é avvenuto, ad esempio, qualche giorno addietro, quando, rivolgendosi direttamente ad essa,  ha sollecitato la Comunità modenese a riunirsi compiutamente e a dimostrare la necessaria maturità per affrontare i problemi ed i disagi cui la Città andrà incontro con la realizzazione del prossimo concerto del primo luglio.

Si tratta di un invito che già molti altri, ancor prima di lui, avevano manifestato, compreso quello di chi scrive (https://www.lapressa.it/articoli/parola_d_autore/i-tempi-per-il-concerto-di-vasco-rossi)  e che sicuramente sarà accolto … perché Modena è una città che lo sa fare.

Ció detto, vorrei rammentargli, come mi auguro certamente già ben saprà, che non sarebbe giusto che gli inviti all’unità ed alla coesione della Comunità fossero limitati e ‘lanciati’ solo quando si ha idea che ci si potrebbe trovare tutti in difficoltà.

E che poi, quest’ultime superate, sia possibile riprendere le precedenti abitudini e comportamenti… quelli che, detto in sintesi, sono solo degli uni ‘contro’ gli altri… e vince il più forte…. del si vota e chi vince “comanda” a suo esclusivo volere.

Perché la Politica non é questo… anche se spesso si tende colpevolmente a dimenticarlo.

A questo proposito, comunque, é giusto osservare che per molti anni (purtroppo passati da tempo) la nostra Comunità ha espresso Amministrazioni che si sono dimostrate molto sensibili ed attente a far sì che i compiti e le responsabilità di tipo amministrativo di loro competenza non fossero “lontane e distanti” dai Cittadini, dai loro pensieri e dalle loro opinioni.  Al contrario, e unitamente, Comunità ed Amministrazioni hanno concepito e realizzato diversi strumenti a supporto di questa intenzione, con lo scopo di consentire e promuovere uno scambio ideale che arricchiva entrambi. A Modena prima che altrove hanno preso corpo gli Organi di Gestione Sociale di diversi servizi pubblici. Qui da noi sono nate le Commissioni tematiche e gli Organismi di Partecipazione democratica. Le Amministrazioni hanno favorito la nascita di moltissime Realtà Associative, ne hanno creato i Registri e le Consulte … e tutto ciò mentre, e stavolta in osservanza a normative nazionali, i precedenti Quartieri sperimentali si trasformavano in Circoscrizioni, coi loro organismi di gestione delle istanze territoriali.

Oggi, che é possibile riscontrare una necessità di teorizzazione dell’esistente che sovrasta (ahimé) la fattività delle cose ed il primario desiderio di realizzarle, oggi si potrebbero definire quei tempi come quelli della “reale partecipazione democratica” o di quella “democrazia partecipativa” evocata da più parti, ma ben evitata e osteggiata nei fatti.

Il mio sindaco conosce l’attuale situazione ed é consapevole che... a tempi cambiati, sono cambiate le situazioni. Più o meno colpevolmente, sono spariti dalla scena gli organi di gestione sociale. L’inattività delle Consulte delle forme associative problematizza, e non poco, la rappresentanza delle Associazioni ‘verso’ l’Amministrazione ed ha creato dei livelli di competizione fra esse che sono oltremodo deleteri, perché non producono qualità, bensì ricerca di sopravvivenza, spesso con ricercate clientele. 

Dei nuovi Quartieri non é dato sapere. Le modifiche statutarie appena introdotte, sui referendum e sulle petizioni etc. che hanno apprezzabilmente abbassato il quorum necessario per essere validate, non sembra proprio che abbiano contribuito a modificare una situazione che vede un’Amministrazione agire completamente priva del supporto ideale di buona parte della Comunità per cui agisce.

Desidero che sia chiaro che sono ben consapevole che le tematiche che hanno a che fare con una fattiva collaborazione e partecipazione democratica dei Cittadini, ben lungi dell’essere materie semplici ed immediate, rappresentano, invece, problematiche di grande complessità, anche per la doverosa attenzione ai diversi livelli di responsabilità. É giusto anche che sia chiaro che non ritengo il mio Sindaco l’unico responsabile di quella situazione di ‘distacco’ fra le forme di rappresentanza della  Comunità ed Amministrazione che ho cercato di delineare per sommi capi. Non lo ritengo l’unico, ma senz’altro ‘uno’ dei responsabili, perché sono convinto che se ci credesse, potrebbe far molto (e non glielo vedo fare) nella direzione di avvicinare tutte le componenti della Città, responsabilizzandone positivamente i comportamenti anche quando non c’è stato, c’é e non ci sarà più Vasco.

Potrebbe avviare un ascolto più dialogico con quelle persone la cui vita intera ha dimostrato attenzione al benessere della Comunità, in ambito sociale, culturale, urbanistico, economico... Potrebbe ripetere più spesso i suoi appelli alla maturità dei modenesi, affiancandola da gesti ed azioni concrete che evidenzino la stima e la considerazione che un Sindaco “deve” provare per i suoi Cittadini. Potrebbe farlo evitando di chiedere in giro di confezionargli occasioni di consenso programmato a decisioni già assunte, ma presentate come ipotesi.

Scusandomi della superbia che testimonia la frase che segue, per la vita e la professione che ho svolte e per le mie caratteristiche caratteriali, credo di essere un buon braghero, conoscitore di buona parte della Città e dei suoi umori … e posso confermargli che tutti i Zemian, suoi sostenitori o avversari che siano, saprebbero apprezzare molto la disponibilità concreta del loro Sindaco a ‘chiamarli in ballo’ quando si tratta di prendere decisioni importanti che li riguardano. Ed anche che sarebbero felici di poterlo constatare prima di essere presi, a loro volta, da quella sfiducia e disinteresse nei confronti di una politica che non riconoscono più capace di affrontare e risolvere i loro problemi … che sta producendo, come corollario, addirittura l’astensione al voto, di cui anche le recentissime cronache ci stanno informando.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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