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Modena, la Chiesa e l'ascolto dei giovani

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Molti modenesi ricorderanno che, ormai diversi anni addietro, un gruppo di giovani, riferibili al Centro Sociale Guernica occuparono l'ex cinema Cavour


Modena, la Chiesa e l'ascolto dei giovani
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Da diverso tempo a questa parte ed in particolare in queste ultime settimane don Erio, il nostro Arcivescovo, non fa mancare le sua voce nell’esprimere il suo auspicio affinché il 'mondo adulto', in tutte le sue sfaccettature, si impegni più di quanto sta facendo adesso, nel prestare attenzione ai giovani. É a quelle nuove generazioni che manifestano disagi, così come a quelle che esprimono nuove idee, nuovi valori e nuovi progetti che Don Erio, in buona sostanza, ci richiama tutti a porci in una posizione di ascolto, autenticamente dialogica.

Ora, non foss'altro che per il fatto di avere trascorso la mia intera vita professionale a contatto coi giovani e quindi attento e coinvolto nelle tematiche che li riguardano, prima da Educatore, poi Coordinatore educativo del Servizio sociale comunale e poi ancora, nell’ultimo decennio, da Responsabile di un Servizio delle Politiche giovanili sempre del Comune di Modena, questo richiamo, anche per la sua indiscutibile autorevolezza, non puó che farmi piacere ed indurmi a sperare che possa essere ascoltato ad accolto da molti.

Nel mentre, traendo occasione da un fatto personale che mi riguarda direttamente e che, non lo nascondo, ha generato in me, dopo una primissima perplessità, anche un pó d'amarezza e di contrarietà, devo confessare che, leggendo e meditando sui contenuti delle diverse interviste che don Erio ha rilasciato alla stampa, anche ieri, domenica 30 gennaio, vigilia del nostro Patrono, San Geminiano, ma anche ricorrenza di San Giovanni Bosco, grande Educatore (ed innovatore educativo) del pieno ottocento, ho avvertito quantomeno una certa incoerenza.

Dall'inizio. Molti modenesi ricorderanno che, ormai diversi anni addietro, un gruppo di giovani, riferibili al Centro Sociale Guernica, ma non solo, si trovarono ad ‘occupare' la sede dell'ex Cinema Cavour, vuoto ed inutilizzato da ormai diversi anni.


Questo avvenne, dopo un'esperienza analoga che riguardava l'ex Cinema Olympia, avvenuta con l’intento dichiarato di creare le condizioni affinchè la città nel suo insieme, in primis nelle sue forze politiche ed amministrative, di fronte ad un atto compiuto e non trascurabile, avviasse (finalmente) un pubblico dibattito che portasse a soluzione il tema incongruente della oggettiva carenza di spazi (specie di quelli autogestiti) a disposizione delle nuove generazioni a fronte di un’altrettanto abbondante presenza di spazi (privati e pubblici) completamente vuoti, inutilizzati e abbandonati ad un crescente degrado.

A suo tempo, tutti i quotidiani locali (e non solo) dedicarono molte pagine a questi avvenimenti, esaminandone molti aspetti: che, seppure evidenziando nelle occupazioni il compimento di atti illeciti, ne riconoscevano però la pertinenza delle intenzioni. Politici locali, uno per tutti l'ex sindaco Giorgio Pighi con un suo intervento dal titolo Illegalità? Questa é politica, non un caso giudiziario, intellettuali (come Michele Smargiassi in una lettera pubblica al Sindaco) e 'semplici' cittadini si trovarono a riflettere su questi argomenti, anche durante appositi incontri pubblici che furono organizzati dagli occupanti e che furono assai partecipati.

Anch'io, all'epoca assai più attivo e presente di oggi nel dibattito cittadino, nei social e nella diretta partecipazione alle diverse occasioni di confronto politico, scrissi diverse note che La Pressa ebbe la cortesia di pubblicare. E, fra queste, quella che immagino possa essere stata l'origine di quanto sto per scrivere.

In essa, oltre alla mia lettura dei fatti, esprimevo l’auspicio che stavolta questo atto potesse avere uno sviluppo differente da quanto appena accaduto per il Cinema Olympia, allorquando alle richieste d'incontro dei giovani 'occupanti' fu risposto con una totale chiusura, addirittura militarmente, quando un nutritissimo gruppo di poliziotti, carabinieri e non so che altro, isolando una buona parte della zona, in tenuta antisommossa, alle prime ore del mattino fecero irruzione nello spazio, sorprendendovi due/tre ragazzotti addormentati, sbalorditi e soprattutto infreddoliti (nell'ex Cinema, ovviamente non c'era riscaldamento).

Auspicavo, cioè, che questa volta, principalmente in ragione del fatto che la proprietà dell’ex Cinema Cavour era riferibile alla Curia cittadina, attraverso una sua fondazione, la forzatura dell’occupazione, pur riscontrando una condanna, non evitasse di cercare modi ed occasioni per mettersi esattamente in quelle condizioni di ascolto, di dialogo e di confronto … proprio in quelle stesse alle quali ci richiama don Erio.
Citavo la speranza che la Curia, proprio perchè parte della Chiesa che é Mater ed Magistra, potesse dimostrare un'attenzione ai temi sollevati, che seppure impropriamente, evidenziavano delle problematiche reali, la cui persistenza é solo dannosa per tutti.
Purtroppo la questione non ebbe quello sviluppo: anche se non credo che la cosa sia stata richiesta dalla Curia, l'ex Cinema fu 'sgomberato' dalle forze dell'ordine (si disse che ostacolava il traffico) senza che si fosse avviato alcun canale di comunicazione 'fra le parti', per l'apertura dei quali mi adoperai personalmente anch'io.

E neppure, a quanto mi risulta, la Curia, impegnando la sua autorevolezza, si adoperó per facilitare le relazioni con altri e diversi Soggetti potenzialmente coinvolgibili, come, ad esempio, il Comune.
In cambio, due giorni prima del Natale del 2019, mi ritrovai ad essere convocato presso la Polizia Postale per essere riconosciuto ed essere informato che nel marzo dello stesso anno 2019 ero stato denunciato dal Vescovo stesso e da Lorenzo Selmi (l'allora direttore della Caritas, gerente del Cavour), per il reato di diffusione a mezzo stampa (p.p. 959).

Questa 'spiacevole avventura' dura tutt'oggi, a seguito di un prolungamento delle indagini richiesto il 12 ottobre 2020 cui nulla ha fatto seguito.
Appena a conoscenza di tale denuncia mi preoccupai di scrivere all'attenzione di don Erio, per cercare un confronto e soprattutto motivare le mie ragioni, immaginando di trovare udienza, dal momento che, volendo immaginare che il nostro Vescovo, nel suo impegno pastorale, non si trovi costretto a sporgere tante denunce penali, potesse trovare una mezz’ora per ascoltarmi.
Fui invece indirizzato ad un appuntamento con l'avvocato della Curia, che, se ben intesi, cercò di tranquillizzarmi, senza peró riuscirci: del resto, credo che non sia da tutti essere denunciati dal proprio Vescovo, per di più per una del tutto inconsistente ed irreale sua diffamazione, mille miglia lontana dalle mie intenzioni.

Su questa 'storia' non ritengo utile aggiungere altro… anche se devo riconoscere che la mie iniziali perplessità e rammarico, col tempo (e n'é passato tanto) hanno lasciato posto al crescere del desiderio che la 'questione' comunque possa trovare un esito, in un incontro, confronto, oppure in Tribunale o dovunque possa essere.
E, sia ben chiaro, non nutro affatto questo desiderio per un tardivo risentimento o per una personale soddisfazione bensì perchè, considerato che le situazioni dell'Olympia, del Cavour (dove peraltro la 'sforia' della sua futura trasformazione in una mensa per i poveri, dichiarata all'epoca imminente a seguito della 'liberazione' dello spazio, si é finalmente scontrata con la realtà delle inesistenti condizioni di sicurezza, tant'é che il Cavour é oggi come allora: vuoto ed abbandonato) restano immutate, così come rimane come allora la carenza di spazi per i giovani (e mi rifiuto di credere che quelli di cui si parla siano 'solo’ quelli 'bravi, buoni, belli e bravi studenti, inquadrati e ben catechizzati') anche per poterli ascoltare come ci é suggerito di fare… e che tali condizioni non lasciano intravedere nessuna ricerca di soluzione… ho maturato la decisione di provare, in qualsiasi modo mi é possibile, come ho scritto, anche in Tribunale, dovesse esser l'ultima ratio, a rimettere all’odg di quanto si discute in Cittá proprio questi argomenti, ancora tanto, troppo lontani.

Un impulso a questa determinazione, che penso proverà a rompere la mia attuale demoralizzata disaffezione a partecipare al civismo cittadino, viene anche dalla recente nomina a Segretaria cittadina del Pd modenese di Federica Venturelli, che oltre a essere giovane, mi é noto, per le tante chiacchiere avute con lei, essere persona particolarmente attenta alle tematiche giovanili. Auspico che possa contribuire, più che a voler intitolare ai giovani una del tutto inutile 'giornata', ad inserire nel suo impegno le tematiche giovanili, anche trovando per loro degli spazi che consentano la discussione, il confronto, basi della partecipazione per affermare nuove (urgenti) attenzioni all'ecologia ambientale, nuovi spunti di Cultura ed Arte, soprattutto di quella fuori dagli schemi, di dibattito sui temi della sessualitá ed anche per trovare occasioni e spazi per un loro divertimento… mi sia permesso di scrivere… un pó più creativo ed utile dei tanti happy hour.
Giovanni Finali

Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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