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Polo Conad: i due possibili errori di prospettiva di Muzzarelli

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Credo proprio che il sindaco, come ogni altro genitore, faccia proprio bene a preoccuparsi di quanto sua figlia pensa e crede, ma...


Polo Conad: i due possibili errori di prospettiva di Muzzarelli
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Pur se il progetto del polo logistico Conad alla Sacca di Modena, non ancora definito in completezza, é tuttora sotto esame della Conferenza dei Servizi, non é incauto pensare che tutta la questione troverà una soluzione che sarà più attenta alle richieste di Conad che non a quelle dei residenti della zona.
Questi ultimi, con un grande impegno e mobilitazione, specularmente al loro livello di preoccupazione, fin dal momento in cui in città se ne iniziò a sentir parlare, iniziarono a mettere in campo le loro preoccupazioni, sostenendo in primis che quell’enorme progetto avrebbe senza alcun dubbio radicalmente modificato la stessa 'natura' del quartiere, che é composta da una residenzialità di piccole dimensioni, se così là si puó definire.


E lamentandosi, inoltre, e questa é un'altra ragione assolutamente non sottovalutabile (dato il più che preoccupante livello di inquinamento dell’aria cittadina) che la creazione di un grande polo logistico, come corollario imprescindibile, avrebbe creato un altrettanto grande incremento del traffico, specialmente di quello di mezzi pesanti, di grandi dimensioni.

Ma vengo ad alcuni 'errori di prospettiva' in cui, a mio parere, ha potuto lasciarsi cadere il sindaco di Modena.
La prima ha a che fare con le dimensioni degli edifici da costruire. Si sente parlare di un magazzino  alto una trentina di metri che, col metro della serva, potrebbero corrispondere ad un palazzo di dieci piani. I residenti, ma anche altri cittadini attenti a questo genere di tematiche, si sono fatti carico di invitare sia i tecnici che gli 'autorizzatori' del progetto a riflettere sull'impatto visivo, acustico, addirittura sul livello di privazione di esposizione al sole ed alla luce che un siffatto mastodonte avrebbe provocato a molte altre abitazioni.

Insomma, sull'ombra creata.
Sui social e non solo ne sono state addirittura stimate le proporzioni, con varie tabelle, tabelline e con livelli in prospettiva.

Qui, sempre a mio avviso, potrebbe stare il primo errore di prospettiva di Muzzarelli.
Può, quest'ultimo, non avere valutato accuratamente, come sarebbe stato necessario, l'impatto di traffico, gli inquinamenti conseguenti, il danno oggettivo di privazione di luce e sole a tante residenze? Ed inoltre, ed appunto ancor più in prospettiva per il futuro, puó non aver saputo ipotizzare che un'autorizzazione edilizia concessa ad una siffatta enormità avrebbe certamente creato 'il precedente' per poter proseguire sulla strada di realizzazione di altre mega edificazioni?
È a conoscenza di quanti palazzi di dieci piani ci sono in città?
Ce lo diranno i prossimi eventi.

Ma vengo ad un'osservazione più personale, cui, per mia deformazione professionale, non riesco a sottrarmi.
Il secondo errore di prospettiva. E questo é certo che é stato commesso perché ha a che fare con parole già spese - interviste - e fatti già realizzati - ordine di togliere cartelli- é stato quello di 'prendersela' in maniera discutibile con le manifestazioni di dissenso. In particolare con scritte su cartelli appesi ai balconi e vari striscioni critici e contro quel progetto.

Come 'se l'è presa': Probabilmente accompagnando la sua figlioletta alla scuola che frequenta, gli dev'essere capitato di vedere che in prossimità del suo ingresso, sulla strada vi era una scritta contro il traffico di tir. Ed anzichè pensare che la scelta di scriverlo sulla  strada in prossimità all'ingresso della scuola, anzichè essere rivolto e finalizzato all'accrescimento di sensibilità sul tema da parte dei tanti genitori che, in ragione dell'età dei loro figlioli, accompagnandoli, transitano proprio lì e quindi la vedono, ha pensato di ricondurla ad un intollerabile gesto minaccioso esclusivamente (?) nei suoi confronti. Perdipiù commesso perché lo potesse vedere proprio la sua bambina, inducendole, se ho ben inteso, turbamento e paura. Ed inoltre l'idea che il suo papà ha tanti nemici cattivi e che deve proteggersi.

Ora, io credo proprio che il sindaco, come ogni altro genitore, faccia proprio bene a preoccuparsi di quanto sua figlia pensa e crede. Così come a 'come' e chi influenza il suo pensiero. Di come e  quanto é in grado di manifestarlo e confrontarlo con quello degli altri. Un pensiero che, da piccola,  è piccolo, limitato alle sue capacità ed interessi, ma che (con una velocità impressionante, il Sindaco se ne accorgerà com'é capitato a noi tutti) aumenterà e si problematizzerà con l’aumentare dell'età. Diventerà più complesso ed articolato, insomma.

Immagino, di conseguenza, che il sindaco, che non ha mai nascosto il suo amore per la figlia, anche coinvolgendola in diverse occasioni pubbliche, si sia preoccupato proprio che la lettura del fatto da parte della piccola fosse uguale ed identica a quella che deve aver dato lui: oltraggio e minaccia.

Non deve proprio aver pensato minimamente, come invece io credo sarebbe stato assai meglio che, coi modi e le parole dovute, investendo sulla sua intelligenza, tranquillizzandola, le facesse osservare che l'amato papà, avendo il compito e la grande responsabilità che la maggioranza dei suoi abitanti gli hanno affidato di 'guidare' una città, in cui vivono tente persone, che hanno opinioni diverse e talvolta anche contrastanti, ha a che fare con molte idee, con molti punti di vista.

E che le ascolta tutte, purché non contrarie alle leggi. Perchè ciascuno possa continuare ad esprimerle, nell'interesse di tutti. E che lui ben si guarda dal limitarle, ma, al contrario, é più che felice ed orgoglioso che nella 'sua' città ciascuno si senta libero di pensare, di parlare e, se non può farlo sui giornali, con la TV, o in altro modo, lo fa anche con le scritte e coi cartelli, che costano poco e sono facili da fare. Che anche lui, in passato, di cartelli ne ha fatti… senza offendere nessuno, certo, perchè le brutte parole non si dicono e tantomeno si scrivono.

E soprattutto avrebbe dovuto pensare che sua figlia, fra qualche anno, quando si troverà a confrontarsi con altri ragazzi che la chiameranno a confrontarsi con loro, e le menzioneranno il sui passato familiare, con le loro opinioni che non necessariamente coincideranno con le sue, troverà molto più agevole e credibile poter prendere spunto da quei valori di cui sopra, che anche suo papà, quando ha avuto responsabiltà amministrative e politiche ha saputo interpretare. Che non ha interpretato ogni manifestazione di pensiero come un 'attacco' personale, un attentato da scongiurare, tale da richiedere l’intervento della Polizia Municipale.

Molti cittadini modenesi come me sanno bene che il carattere del loro primo cittadino non é propriamente dialogico. Io lo ricordo quando, autorevolmente dalla Sala consigliare, accusó di disfattismo Italia Nostra e, peggio, offese in particolare il suo Presidente per la contrarietà all'allora progetto Sant'Agostino (ndr. oggi, dopo anni ed anni, quel progetto é stato abbandonato e invece ricalca proprio le proposte di Italia Nostra). Lo ricordo quando definì 'fighettini' o qualcosa di simile tutti gli oppositori all'urbanizzazione di Vaciglio. E, per non stare solo ad esempi 'di parte', lo ricordo anche quando si augurò, sempre pubblicamente, che a sua figlia non capitasse di avere come futuro insegnante di giurisprudenza un Consigliere comunale, che era proprio  docente universitario di giurisprudenza.
Volesse il cielo che la sacrosanta attenzione alla crescita di sua figlia potesse aiutarlo a fermarsi un attimo e riflettere.
Giovanni Finali

Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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