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San Filippo Neri, Tesauro a muso duro: 'Muzzarelli non ha voluto risolvessi la cosa'

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Parla l'ex presidente della Fondazione San Filippo Neri, Mauro Tesauro: 'Volevano un normalizzatore ma non sono adatto'


San Filippo Neri, Tesauro a muso duro: 'Muzzarelli non ha voluto risolvessi la cosa'
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Dopo giorni di infinite polemiche tra le forze di maggioranza e opposizione seguite alle inattese dimissioni del Presidente della Fondazione San Filippo Neri, finalmente è lo stesso diretto interessato , Mauro Tesauro, attraverso una lettera che pubblichiamo integralmente, a chiarire le motivazioni che lo hanno portato ad una scelta così repentina a distanza di pochi mesi dalla nomina.  
La lettera di Tesauro arriva a breve distanza dalle ultime parole del Presidente della provincia, Muzzarelli, il quale nega ogni rapporto tra l'ente da lui presieduto e la Fondazione stessa (San F. Neri, Muzzarelli smentisce la Fondazione: 'Non siamo soci').
Quelle dell'ex presidente della Fondazione sono parole dure e chiarificatrici.

'Persino lungo i remoti cammini dell’antica via Vandelli sono giunti gli echi delle inchieste, del dibattito politico e delle dichiarazioni istituzionali che hanno fatto seguito alle mie dimissioni da presidente della Fondazione San Filippo Neri.


Lette in particolare le ultime note ufficiali, non posso a questo punto che sciogliere il riserbo che mi ero dato per alcune doverose puntualizzazioni, prendendo atto che quanto da me segnalato alla Provincia, cioè alla proprietà, ora non appare altro che il frutto di un preoccupante stato allucinatorio visto che, com’è stato asserito, è tutto normale, anzi normalissimo, tutto va bene, anzi benissimo, pure bello, anzi bellissimo.
Premetto che sono giunto in via Sant’Orsola con grande entusiasmo, con l’intenzione di valorizzare quanto svolto e rilanciare in particolare il tema a me caro delle politiche giovanili, con grande fiducia nei confronti degli organi gestionali e del lavoro fatto, tant’è che, su richiesta della direzione generale stessa, le abbiamo concesso una procura speciale affinché potesse operare al meglio.

Poi, nell’arco di poco, una segnalazione e un incontro dopo l’altro, e si è appalesato un quadro che francamente non mi aspettavo e dove invece, a quanto pare (ma l’ex presidente Castignetti non essendosi accorto di nulla ne è certo e se n’è pure assunto pubblicamente la responsabilità), è tutto ok, riconducibile probabilmente ad una grave alterazione percettiva distorsiva della realtà da parte dello scrivente, reo di mettere in cattiva luce il San Filippo Neri.
È quindi falso che all’interno, a totale insaputa di presidente e cda, vi fosse un clima pesante per quanto concerne la gestione e le relazioni col personale. Così come è falso che la CGIL, tramite il responsabile Claudio Riso, mi abbia chiesto un incontro riservato che, anche con la presenza della vicepresidente Elena Gazzotti, non è mai avvenuto!
La gestione aziendale, “coerentemente” confermata, risulta pressoché perfetta, oserei dire encomiabile (anche qui Castignetti non ha dubbi) e la decisione della direzione di dotarsi (di sua iniziativa) di un ufficio personale extra lusso, al di fuori di quelli molto più modesti ma a costo 0 all’interno del comparto, è in realtà assolutamente virtuosa.
Quella che io ho definito disinvolta discrezionalità/autoreferenzialità, dai patrocini alle contribuzioni ai rapporti con le cariche istituzionali senza riferire e rapportarsi con presidente e cda nel rispetto delle competenze che gli sono proprie, è solo una mia opinabilissima valutazione soggettiva avulsa da ogni dato reale.
L’esistenza, anche questa mai comunicata al cda e da me scoperta per caso, di un’associazione interna denominata San Filippo Neri International, a cui diamo fondi cospicui (di cui oggi, guarda caso, non ci sono apparentemente più tracce!), composta da membri del personale e alla cui vicepresidenza c’era la direttrice stessa (poi recentemente dimessasi chissà perché) e alla presidenza la responsabile delle risorse umane (assunta da questa e, come altri, poi transitata in Fondazione), è cosa normalissima, caro Castignetti, una genialata addirittura per poter partecipare ai bandi, in luogo di creare un legame (vero) con una delle tante associazioni presenti sul territorio.
Da statuto (art. 10, punto 4), l'incarico di direttore, nominato dal cda, non può avere durata superiore a quattro anni mentre la nostra è in carica ininterrottamente dal 2008, ruolo peraltro mai rinnovato, da quello che mi risulta, da nessun cda. Ma anche qui molto probabilmente mi sbaglio io in quanto evidentemente (e l’ex presidente potrebbe confermarmelo) vige il silenzio-assenso. E mi fermo qui.
Cari signori e caro cda, il sottoscritto si ritira allora in buon ordine e vi augura di continuare così ottimamente chiedendovi scusa per il disturbo. Al presidente della Provincia, che ringrazio ancora per la fiducia, dico solo che il problema è stato proprio quello che, invece di darmi mandato certo per risolvere la questione, cosa che sarei stato benissimo in grado di fare, non mi ha dato nei fatti via libera. E qui concordo appieno con la direttrice Cavani quando dice che io non ero la figura più adatta: come “normalizzatore” infatti non valgo proprio una cicca.
Ora è meglio che mi cerchi urgentemente un buon specialista per risolvere i miei problemi e dubbi, che però non vorrei fossero gli stessi di tanti modenesi e che non vorrei, a proposito di governo, se ne ricordassero tra qualche mese quando saremo chiamati ad esprimerci'

Mauro C. Tesauro

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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