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“La Lega cittadina dà il pieno appoggio all’ordine del giorno presentato, in vista della seduta del Consiglio provinciale convocata per il giorno 13/5/2019, dai consiglieri Platis e Magnani e ne auspica una celere trattazione, alla luce della notizia pubblicata da più organi di stampa – e non smentita dai diretti interessati - secondo cui presso la sede della Fondazione San Filippo Neri il giorno 6 maggio vi sarebbe stato un accesso o ‘blitz’ della Guardia di Finanza” - così Antonio Baldini (nella foto), componente del direttivo leghista modenese.
“Rammentiamo difatti”, prosegue l’esponente leghista, “che l’ex Istituto Provinciale San Filippo Neri e San Bernardino, benché nel 2008 sia stato forse inopportunamente ‘depubblicizzato’ dalla Regione Emilia Romagna, divenendo così l’odierna Fondazione di diritto privato San Filippo Neri, è un patrimonio storico di tutti i modenesi, dato che fu fondato nel lontano 1817 per dare assistenza agli orfani e divenne poi un convitto studentesco”.
“Al contrario gli uomini d’apparato del PD locale (vedi padroni di un partito che di “democratico” ha solo il nome) considerano ormai il San Filippo Neri “cosa loro” e “privatizzandolo” ci hanno messo saldamente le mani sopra: non a caso Direttrice della Fondazione dal 2008 ad oggi è la tesoriera provinciale del PD Cristina Cavani, che dal 2012 - nonostante il suo mandato quadriennale fosse a norma di statuto terminato - rimane saldamente al proprio posto percependo uno stipendio da dirigente di oltre 30.000 euro annui; e ciò senza che alcun componente del consiglio di amministrazione della fondazione si sia a quanto ci risulta mai azzardato a sollevare la questione della legittimità della sua permanenza, perfino dopo le burrascose dimissioni del Presidente del c.d.a. Mauro Tesauro del maggio 2018 che tanto clamore hanno suscitato.
E la linea “istituzionale” dell’attuale presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei non si discosta a quanto pare da quella del precessore Gian Carlo Muzzarelli (oggi Vicepresidente): la giustificazione alla loro inerzia difatti è che la Fondazione San Filippo Neri sia un ente formalmente autonomo e non un ente strumentale controllato dalla Provincia (come pure risultava dalla nota integrativa del bilancio provinciale relativo all’esercizio 2016), ma ciò non è vero dato che i quattro consiglieri del c.d.a. della fondazione sono eletti dalla stessa Provincia, che ogni anno riceve una relazione sulla gestione dall’ente e ben potrebbe richiedere i chiarimenti del caso o farsi promotrice di iniziative per porre fine a tale situazione, senza necessariamente giungere al commissariamento dell’ente' - aggiunge Baldini.
'Proprio sulla base di tali premesse i due consiglieri provinciali vogliono giustamente che l’attuale Presidente della Provincia fornisca i necessari chiarimenti, affinché si possa appurare la natura o il motivo del “blitz” della Guardia di Finanza presso la sede della Fondazione Sa Filippo Neri e, nell’interesse di tutti i cittadini modenesi, sapere se eventualmente pendano a carico di soggetti legati alla Fondazione San Filippo Neri indagini di natura tributaria, amministrativo-contabile o penale e, in caso affermativo, quali atti intenda adottare la Provincia a tutela della legalità e dell’immagine della città. Nel novembre del 2018 il commissario provinciale della Lega Stefano Bargi aveva non a caso inoltrato due esposti rispettivamente alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza, evidenziando i svariati intrecci od operazioni sospette tra la Fondazione e gli enti ad essa collegati o anche solo legati da rapporti di collaborazione, quali ad esempio il C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) di Stefano Gobbi (socio unico della Pergolesi Sport S.S.D., società “no profit” che ha in concessione la piscina comunale Pergolesi indebitata fino al mese scorso per circa mezzo milione di euro col Comune di Modena) o l’associazione per la “promozione sociale” San Filippo Neri International, fondata dalla stessa direttrice Cavani nel 2014 e definita a suo tempo dal presidente dimissionario Tesauro una “associazione fantasma”. Ma dopo mesi di silenzio qualcosa pare essersi mosso e ciò per merito di quegli esponenti leghisti che recentemente i vertici del PD provinciale e lo stesso Muzzarelli, nel corso del comizio tenuto in Piazza Matteotti, hanno spregiativamente definito come pericolosi “dossieristi”. Come se la vergogna dovesse appartenere a chi cerca di portare alla luce la realtà dei sotto-poteri locali e non al contrario a chi finge di ignorarli perché tutto resti come prima. Ma se la Lega andrà al governo della città non ci sarà più spazio per i furbetti” - chiude Baldini.