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Cara Cinzia,
ho letto la Tua risposta alla mia nota stampa di ieri e ho potuto appurare che probabilmente le mie parole sono state da Te fraintese; può facilmente capitare a chi, come me, è abituato a usare un linguaggio tecnico.
Infatti, come Tu hai voluto precisare (anche se non ne comprendo le ragioni), ho avuto la fortuna di condividere lo studio con Vincenza Rando e di partecipare con lei ad alcuni dei più importanti processi di mafia per conto di Libera e di altre parti civili; esperienza attiva che, come è giusto che sia, si è conclusa (mentre non verrà mai meno la mia adesione personale all’associazione) e di cui sarò per sempre grato sia a Vincenza che a Libera perché da un punto di vista umano e personale mi ha arricchito davvero molto, consentendomi, tra l’altro, di conoscere oltre Vincenza anche personalità come Don Luigi Ciotti, Nando Dalla Chiesa, Giancarlo Caselli e migliaia di persone e ragazzi straordinari; probabilmente la parte più bella della società civile italiana, quella che dedica parte della loro vita agli altri e s’impegna per principi etici di così alto valore.
Ora, giungendo al punto, quando ho scritto di “reati spia” non avevo nessuna intenzione di minimizzare la potenziale gravità dell’episodio, ma ho solamente voluto usare un termine tecnico, lo stesso usato dagli inquirenti quando dalle indagini su un fatto apparentemente di minore gravità emergono atti illeciti molto più gravi; come tu ben sai, visto che sei un’attenta osservatrice, i più importanti processi per mafia sono partiti da piccoli reati come minacce, incendi o piccolo spaccio di droga, dietro i quali, invece, si nascondevano patti associativi assolutamente perniciosi o importanti traffici internazionali.
La mia preoccupazione è talmente grande da avere voluto condividere con il sindaco e il gruppo consiliare la necessità che sia convocato il “Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza” (che è il massimo organismo istituzionale in materia) per fare immediatamente e pienamente luce sulla vicenda.
Non è, quindi, assolutamente mia opinione che l’allarme sulle infiltrazioni e radicamento mafioso in Italia ed in Europa vada ridimensionato anzi, al contrario, ritengo doveroso che sia alzato e che vi sia una maggiore attenzione perché il pericolo di inquinare la nostra società definitivamente è quanto mai serio, concreto ed attuale.
Christian Mattioli Bertacchini, segretario del Circolo Pd di San Cesario sul Panaro