Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Scrive oggi Franco Fondriest su queste stesse colonne che, se a Pasqua dentro l’uovo ci fossero 215 milioni di euro, si potrebbero fare un sacco di altri bei lavoretti sostitutivi del prolungamento della A22 da Campogalliano a Sassuolo.
Ed in effetti, alla luce dei 33.000 euro stanziati d’urgenza dall’Anas per tamponare la frana sul Tiepido che ha messo a rischio il tratto di Nuova Estense al confine tra Serramazzoni e Maranello, viene da chiedersi se non fosse stato meglio fare un qualche intervento preventivo, magari anche in virtù di quell’allargamento della stessa statale 12, auspicato da Rete Imprese qualche giorno fa.
Lo stesso Fondriest lo scorso novembre in occasione della prima nevicata stagionale, che mandò in tilt la circolazione appenninica, di fatto tagliando in due la provincia di Modena da Madonna dei Baldaccini in su, disse che il vero problema dell’Appennino, più che la chiusura del punto nascite di Pavullo (ancora non ben digerita e con diverse falle già emerse) è l’inesistenza di una viabilità degna di questo nome.
Due giorni fa dicevamo in questa neo rubrica, che i Comuni, soprattutto quelli piccoli, vanno facilmente in rosso con la manutenzione stradale, a maggior ragione se la neve da risorsa si trasforma in calamità.
Aggiungiamoci che il disgelo e qualche pioggia poco più intensa bastano a rendere un rigagnolo come il Tiepido l’equivalente dei Rio delle Amazzoni ed ecco che la parola emergenza, per lo meno quassù in montagna, diventa abitudine.
Del resto lo cantava anche Luigi Tenco che “un giorno dopo l’altro la speranza diventa un’abitudine” tuttavia noi non vorremmo abituarci. Siamo nel 2018, occorre che le strade, anche in montagna, siano al passo coi tempi.
Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi
Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono .. Continua >>