Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Rubrica a cura di Alessandra Dal Borgo - Consultinvest sim
Gli investimenti tematici hanno cominciato a riscuotere un buon successo commerciale una ventina di anni fa, con i fondi sull’uso responsabile dell’acqua. Oggi sono diventati una parte importante sia dell’offerta di molti asset manager che dei portafogli di molti investitori. Queste strategie di investimento sono offerte sia in versioni attive che passive, con queste ultime in costante crescita e che costituiscono circa il 14% dell’offerta in Europa, secondo il rapporto di WisdomTree su dati Morningstar. Il totale degli investimenti tematici in veicoli europei è pari a circa 280 miliardi di euro a maggio 2024.
Per investimento tematico si intende una strategia di investimento che sfrutta le opportunità di crescita delle aziende operanti nei settori in cui sono in corso cambiamenti strutturali destinati a modificare gli stili di vita o le modalità di consumo nella società.
Ad esempio, internet, cambiamento climatico, invecchiamento della popolazione, sicurezza informatica, ecc. Gli investimenti tematici si differenziano dagli investimenti settoriali perché solitamente sono rivolti solo a una parte limitata di aziende dello stesso settore, oppure perché interessano aziende appartenenti a diversi settori. Per sua natura, ogni cambiamento strutturale parte come un’idea innovativa, ma con poche applicazioni commerciali che producono utili, per poi evolvere, se ha successo, in qualcosa che diventa di uso comune (come ad es. la telefonia cellulare o internet). Dopo la fase di maturità, spesso si possono aprire nuove fasi per segmenti specializzati che discendono da quello originario (es. cloud computing, gaming ed entertainment, ecc.).
A fronte di un’offerta molto articolata, spesso di prodotti con nomi accattivanti, esiste il rischio di non essere in grado di costruire un portafoglio organico e adeguato alle proprie esigenze.
Per questo è necessario definire una classificazione ragionata dell’offerta, che però, come spesso accade in finanza, non ha uno standard riconosciuto vista la complessità e l’eterogeneità dell’offerta.
Una classificazione che sembra avere un certo riconoscimento è quella di WisdomTree, una società di ETF che ha anche un’ampia gamma di strategie tematiche. Partendo dai report prodotti da diversi organismi internazionali e da società di ricerca, i numerosi megatrend identificati sono stati classificati in quattro macroaree di cambiamento: tecnologia, demografia, ambiente e geopolitica. Ogni area è poi suddivisa a sua volta in alcuni temi più specifici (35 temi di dettaglio).
L’area della tecnologia è quella più facilmente identificabile e si suddivide in tecnologie innovative (es. intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie) e digitalizzazione e interconnettività (es. cloud computing, cybersicurezza, fintech). L’altro tema molto importante è quello ambientale che comprende la lotta al cambiamento climatico e la sostenibilità (es. mobilità sostenibile, energie rinnovabili) e la scarsità delle risorse (es. agricoltura sostenibile, estrazione e gestione delle risorse naturali). La demografia comprende sia i cambiamenti legati alla suddivisione per fasce di età (es. invecchiamento della popolazione, gen. Z), sia i cambiamenti nei valori e negli stili di vita (es. aumento della classe media nei paesi emergenti, wellness). Infine, la geopolitica include i temi legati alla globalizzazione e al mondo multipolare. In aggiunta ai quattro temi principali, c’è la categoria trasversale che include le strategie più ampie che spaziano tra uno o più megatrend. In termini di volumi gestiti, il tema più rappresentato è quello ambientale (85 miliardi), seguito a poca distanza dalla tecnologia (76 miliardi), poi dalle strategie multi-tematiche (54 miliardi), e a grande distanza dai temi demografici (20 miliardi) e geopolitici (2 miliardi). I flussi hanno avuto un picco nel 2020 e nel 2021 (130 miliardi di raccolta), per poi stabilizzarsi nel 2022 e calare nel 2023 e a inizio 2024 (circa 10 miliardi di deflussi per anno).
Lo studio di WisdomTree evidenzia anche un aspetto molto importante, ovvero la dispersione molto elevata dei rendimenti, non solo tra i 35 megatrend di dettaglio, ma anche all’interno del singolo megatrend. Questo fenomeno è molto più ampio di quello che si verifica tra i fondi di una stessa categoria tradizionale, ed è dovuto ai modi molto diversi con cui i vari gestori identificano le aziende che operano su quel megatrend e selezionano quelle più interessanti. Ci sono gestori che ricercano la “purezza” del tema e quindi identificano solo le aziende il cui fatturato è in larga parte direttamente legato al tema in oggetto. Per
questo possono avere posizioni concentrate, in aziende a minore capitalizzazione e con una storia piuttosto limitata, ma di forte crescita. Altri gestori, specialmente quelli con i fondi di maggiori dimensioni, hanno definizioni che consentono maggiori gradi di libertà e si orientano su società a maggiore capitalizzazione e più mature.
Una seconda classificazione che tenta di mettere ordine tra i megatrend è quella di Morningstar che identifica i macro-temi della tecnologia, del mondo fisico (risorse naturali ed energia), dei temi sociali e geopolitici, oltre alle strategie multi-tematiche. Ogni tema è a sua volta suddiviso in una classificazione di dettaglio, con un livello intermedio di circa 30 categorie, e un ulteriore livello di dettaglio molto specifico di un centinaio di megatrend.
Per i motivi che abbiamo evidenziato, è quindi difficile per gli investitori orientarsi nell’offerta delle strategie tematiche. C’è il rischio di lasciarsi affascinare dal tema del momento e di costruire un portafoglio senza una logica generale. Oppure di indirizzarsi verso strategie tematiche più ampie o su più temi, che possono diluire le opportunità di crescita e tendere ad assomigliare a strategie tradizionali. Vista l’importanza di questo tipo di strategie nell’offerta delle società di gestione, anche questo è uno degli spazi in cui è possibile fornire una consulenza di qualità, utilizzando le risorse di analisi a disposizione dei consulenti.
Gabriele Montalbetti
Portfolio Manager Consultinvest Asset Management SGR SpA
Ufficio Studi
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>