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Finti minori stranieri non accompagnati, riesplode il caso Modena

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Sollevato da La Pressa con la pubblicazione del vademecum trovato nella tasca di un ragazzo, torna in cronaca nazionale. A Modena 239 i minori accolti


Finti minori stranieri non accompagnati, riesplode il caso Modena
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Il fenomeno diffuso e registrato nell'ultimo anno anche a Modena delle false dichiarazioni di identità e di età da parte di soggetti stranieri clandestini maggiorenni giunti in Italia e nella nostra provincia per garantirsi l'ottenimento 'automatico' del permesso di soggiorno e l'ingresso in programmi di protezione ed accoglienza (che per legge viene garantita d'ufficio ai minori stranieri non accompagnati), è tornato ieri sera alla ribalta della cronaca nazionale in un servizio della trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro.

Gli elementi ricordati nel servizio, e già pubblicati da una inchiesta de La Pressa la scorsa estate e al centro di una interrogazione del capogruppo consiliare di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi riportano al ritrovamento, nella tasca di un minore straniero senza documenti in quel caso abbandonato da ignoti in una struttura del comune, un foglio (una sorta di vademecum con disegni stilizzati), con le indicazioni dei luoghi in cui rivolgersi per trovare accoglienza, trovato nelle tasche di un sedicente minore straniero abbandonato a Modena.


La Polizia Locale e la Polizia di Stato, sulla base anche di quel caso, continuò nell'opera di indagine già avviata nel 2019, identificando, a cavallo tra il 2020 ed il 2021 altri, 14 soggetti come maggiorenni. Tutti avevano dichiarato di essere minorenni, accedendo a benefici ed accoglienza nelle strutture modenesi. Soggetti sedicenti minori che minori non erano, ma che sulla base delle loro false dichiarazioni avevano usufruito dei benefici e dell'accoglienza prevista per i minori gestita dagli enti locali con risorse nazionali.

Un fenomeno che non riguarda solo le false dichiarazioni sull'età ma anche sull'abbandono. A fronte di minori arrivati in Italia senza nulla e senza accompagnamento, ce ne sono che i riferimenti parentali a Modena o in Italia li hanno, ma al loro arrivo, sarebbero poi abbandonati alle strutture pubbliche dagli stessi riferimenti.

Un fenomeno confermato dalle indagini di polizia e che aveva portato nel 2020 all'accertamento di altre 23 truffe ai danni dello Stato. Non solo basate su false dichiarazioni rispetto all'età ma anche, appunto, sul reale stato di abbandono.

'E' il caso di minori tunisini arrivati in Italia e avviati da parenti che vivono a Modena da diversi anni, ma che vengono avviati verso le strutture comunali dichiarandosi minori stranieri non accompagnati. Come tali vengono presi in carico dei servizi pubblici che di fatto finiscono per mantenerli al posto dei parenti e amici che li hanno fatti arrivare qui' - sottolinea a Quarta Repubblica il Consigliere Giacobazzi

Le ultime 14 truffe accertate erano emerse a seguito di una attività di indagine congiunta tra Polizia di Stato e Locale, svolta anche con la collaborazione delle comunità di accoglienza in cui i giovani erano inseriti, ed era sfociata il 5 gennaio scorso nella serie di denunce per truffa ai danni dello Stato e false dichiarazioni sulla propria identità. Tutti tunisini i 14 soggetti che si erano falsamente dichiarati minorenni per ottenere lo status di minore straniero non accompagnato con tutto ciò che ne consegue in termini di benefit ed accoglienza.

La vera identità e l'età (tra loro c’era anche un 23enne) è stata appurata attraverso le ricerche effettuate dall'Ufficio Immigrazione della Questura ottenendo dal Consolato della Tunisia un riscontro sulle esatte generalità.
Quattro dei 14 ragazzi furono rintracciati all’interno delle comunità di accoglienza e accompagnati dalla Polizia Locale presso la Questura di Modena: dopo i controlli di legge furono denunciati, e nella stessa giornata, per tre di loro, con diversi precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti, il Prefetto dispose l’espulsione dal territorio nazionale, che per uno si è anche risolta nell’immediato accompagnamento alla frontiera.

Gli altri dieci giovani non furono trovati perché si erano già spontaneamente allontanati dalle strutture di accoglienza.


Dall'età falsa ai falsi abbandoni: la realtà emersa dal 2019

Le truffe sull'identità dei minori (veri o presunti), stranieri finalizzata all'ottenimento di protezione ed accoglienza non riguardano solamente la falsa dichiarazione sull'età ma anche la falsa dichiarazione sullo stato di abbandono. Ovvero, minori che sono davvero tali ma che pur essendo stati accompagnati da figure di riferimento anche parentali presenti in Italia, vengono poi abbandonati, e fatti passare come 'non accompagnati'. Una realtà drammatica venuta alla luce anche attraverso il progetto “Minori stranieri non accompagnati e legalità”, avviato in via sperimentare dal Comune di Modena nel 2019. Un progetto che si avvale anche del coinvolgimento della Procura dei minori di Bologna.

Nel 2019 le 12 attività delegate di indagine condotte dall’Ufficio di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura, avevano fatto emergere che tutti i 12 minori coinvolti avevano simulato lo stato di abbandono, essendo presenti sul territorio familiari a cui in taluni casi hanno anche potuto essere riuniti.

Nel 2020 i risultati sono stati ancora più importanti: 26 sono state le attività d’indagine che hanno portato al deferimento all’Autorità giudiziaria di 23 minori per truffa ai danni dello Stato e per false dichiarazioni sull’identità personale.

In molti casi si è accertato che, in realtà, i minori erano stati accompagnati in Italia dai parenti, a volte dagli stessi genitori, per essere inseriti quali minori stranieri non accompagnati all'interno del sistema dell’accoglienza. In molti casi, parenti e figure di riferimento erano dunque residenti in Italia; gli accompagnatori sono stati a loro volta denunciati per concorso nella truffa ai danni dello Stato e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e si è riusciti, in vari casi, ad affidare il minore al parente presente sul suolo nazionale.

Il progetto

Oggi sono 239 i minori stranieri non accompagnati ospiti di strutture di accoglienza modenese, gestite da diverse associazioni del terzo settore (per loro il Comune ha messo a disposizione, con determina del dicembre 2020 3,8 milioni di euro per un contratto di servizio fino al 2022), che hanno beneficiato dei percorsi di inclusione sociale attivati dal progetto “Studio, sport e lavoro per l'integrazione” finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e integrazione, promosso dal Comune di Modena e finanziato dal Fondo Immigrazione.

In due anni il progetto “Studio, sport e lavoro per l'integrazione” ha offerto loro percorsi educativi, attività sportive e orientamento al lavoro che ne consentissero la reale integrazione nel tessuto sociale del territorio.

I giovani coinvolti provengono principalmente da Paesi quali l'Albania (86), il Pakistan (66), la Tunisia (36) ed il Marocco (35) e, in misura minore, anche da Bangladesh, Guinea, Somalia, Nigeria, Gambia, Egitto, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Iraq e Moldavia.

Redazione Pressa
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