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E' stato trovato nelle tasche di un sedicente minorenne tunisino fermato a Modena senza alcun documento. Eccolo qui, in un foglio di carta stropicciato e con scritte in arabo vergate a mano, le indicazioni per ottenere accoglienza, vitto e alloggio a Modena, dichiarandosi minorenne e solo ed evitando così di passare per clandestino.
La Pressa ne è entrata in possesso pochi giorni fa.
Come si legge dalla traduzione delle parole in arabo-tunisino stentato, una volta arrivati a Modena spesso dal Sud Italia (sul foglio vi è addirittura stampata, cerchio rosso, la foto della Ghirlandina dall'alto) basta presentarsi in un posto di polizia (polizia locale, questura, carabinieri, oppure al Centro Stranieri o nei centri di prima accoglienza) e dichiararsi minorenne non accompagnato.
In questo modo si entra automaticamente nella rete di assistenza dei servizi sociali: il sedicente minore è accolto nelle strutture convenzionate ad hoc presenti in città e in provincia (dove il costo dell'accoglienza è a carico del Comune) ed entra ufficialmente in un percorso di integrazione.
Non occorre, come detto, non avere ancora 18 anni, ma basta dichiararlo. Infatti fino a qualche anno fa a Modena per verificare l'effettiva età dei fermati, in assenza di documenti, veniva effettuato da parte delle forze di polizia un esame auxologico che offriva (se pur non precise) indicazioni sull'età del soggetto. Oggi questa verifica non viene più fatta e così qualunque giovane sotto i 24-25 anni, può affermare credibilmente di non essere maggiorenne, evitando così la denuncia per immigrazione clandestina e la (almeno teorica) espulsione.
Parliamo di un fenomeno che conta numeri importanti a Modena.
Nel 2019, secondo dati forniti dalla stessa amministrazione comunale, i minori stranieri non accompagnati erano 110 dislocati in 15 strutture. Per loro il Comune è tenuto per legge a garantire una offerta socio-assistenziale ed educativa assumendo le funzioni di tutela conferita ai sindaci dal Tribunale dei minorenni regionale attingendo ai fondi nazionali per l'accoglienza. A Modena dall'anno scorso è attivo anche un progetto legalità che ha consentito all'ufficio di polizia giudiziaria della polizia locale, in collaborazione con la Polizia di Stato, di scoprire 12 minori che avevano simulato l'abbandono, ma che in realtà vivevano segretamente con parenti adulti. Una vera e propria truffa ai danni dello Stato. Il progetto è continuato anche quest'anno anche durante il lockdown, ma il fenomeno, come dimostra il foglietto che pubblichiamo, è sempre più organizzato dal momento dello sbarco in Italia.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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