Tornato in Italia nel 1810 si sposò con Enrichetta Blondel; a quegli anni risalgono gli 'Inni Sacri' e 'Il Conte di Carmagnola'. La produzione letteraria del Manzoni fu feconda: scrisse anche la tragedia di 'Adelchi', le 'Odi di Marzo 1821', 'Cinque Maggio'.
Nel 1821 Alessandro iniziò la stesura di 'Fermo e Lucia', che uscì poi nel 1827.
Il Manzoni si trasferì poi a Firenze allo scopo di 'risciacquare i panni in Arno': risale al 1850 la lettera 'Sulla lingua italiana'. Nel 1860, grazie alla diffusione della sua fama, degli studi e delle sue opere, fu nominato senatore del Regno.
Alessandro Manzoni dedicò l'ultima fase della vita allo scopo di unificare la lingua italiana e morì a Milano il 22 maggio 1873.
Il suo capolavoro è stato il romanzo 'I Promessi Sposi' è interessante citare alcune frasi prese da questa Opera conosciuta da tutti.
- 'Si dovrebbe pensate più a fare il bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio'.
- 'All'uomo impicciato, quasi ogni cosa è
- 'I poveri, ci vuol poco a farli comparir birbanti'.
- 'Non rivangare quello che non può servire altro che inquietarti inutilmente'.
- 'Così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano'.
- 'Dio perdona tante cose, per un'opera di Misericordia'.
- 'Il Coraggio uno non se lo può dare'.
- 'È vero che a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti'.
- 'All'avvocato bisogna contare le cose chiare, a lui tocca poi imbrogliarle'.
- 'Fate del bene a quanti più potete, e vi seguirà tanto più spesso d'incontrare dei visi che vi mettono allegria'.