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Dopo 12 anni dal primo progetto, 10 anni di stop ai lavori, ripresi esattaente un anno fa, l'11 aprile del 2018, il sottopasso ciclopedonale ex Benfra che già nei progetti del 1999 doveva collegare la parte nord (ex-Benfra) e sud (ex acciaierie), della fascia ferroviaria, all'altezza della casa museo Enzo Ferrari, doveva essere consegnato e aperto ai primi giorni di gennaio. Come riportato dal cartello di cantiere, esattamente 270 giorni dopo. Nell'autunno scorso l'avanzamento dei lavori, soprattutto sul lato ex acciaierie (dove il cantiere di fatto non era mai stato aperto), facevano pensare ad un completamento dell'opera. Anche il sindaco Giancarlo Muzzarelli, in due occasioni pubbliche, ne aveva annunciato l'apertura il 31 gennaio.
Ma il cantiere ha improvvisamente segnato una nuova nuova battuta d'arresto, proseguendo a passo lento ed oggi, ad un anno dalla ripresa dei lavori, 3 mesi dopo la data prevista per la chiusura del cantiere, la situazione è quasi ferma.
Una storia lunga. travagliata e piena di zone d'ombra quella che ha accompagnato quest'opera l'unica sopravvissuta nel deserto delle tante mai realizzate che sulla base del piano di riqualificazione della fascia ferroviaria lanciato nel 1999 dall'ex sindaco Giuliano Barbolini e dall'allora assessore comunale Palma Costi, doveva riqualificare (insieme alla realizzazione delle gronde nord e sud abbandonate definitivamente), l'intera ex area industriale.
L'opera, avviata nei primi anni del 2000, seguì subito uno stop. Durato 12 anni. Fino alla decisione del Comune a rimetterci mano. L'appalto viene affidato cooperativa Edilterrazzieri (finanziatrice della campagna elettorale per la corsa a sindaco di Muzzarelli). Che dopo qualche mese denuncia difficoltà nel proseguire.
Stop al cantiere per mesi, necessari affiché il comune avvi e completi le pratiche per riaffidare i lavori. Su indicazione della stessa ditta che aveva abbandonato l'opera il Comune affida alla cooperativa CLC di Livorno, la riapertura del cantiere. Ma la cooperativa toscana ncontra a sua volta nuove difficoltà che portano a nuovi rallentamenti. Causati anche da una serie di opere complementari dell'area che un privato doveva realizzare e senza il completamento dei quali l'area pubblica non poteva avanzare. Superata anche questa difficoltà le imprese hanno potuto continuare con l
’ultimo stralcio di lavori, relativo la realizzazione della rampa di collegamento e dell’ingresso dal lato sud (ex Acciaierie), con lavori di finiture interne del tunnel, dei due ingressi e delle due rampe ciclabili. Poi il rallentamento, che ha trascinato i ritardi fino ad oggi.
Il sottopasso, progettato per consentire a pedoni e ciclisti di superare in sicurezza la linea ferroviaria Milano-Bologna rispetto al cavalcavia di Ciro Menotti, mancherà però di un elemento importante previsto nel primo progetto eliminato nel nuovo: l’ascensore per disabili e per tutte le persone con difficoltà di deambulazione che solo con grandi difficoltà potranno percorrere la lunga rampa di accesso e di uscita per superare un dislivello totale di 8 metri, 4 in discesa e 4 in salita. Un progetto rimasto orfano anche di una riqualificazione urbanistica che doveva fare risorgere dall’abbandono una intera area dove oltre alle nuove strade (gronde nord e sud) dovevano nascere nuove abitazioni, uffici, le nuove ex fonderie, ed una fermata del treno Modena-Sassuolo al servizio dei nuovi insediamenti. Di fatto, una città nuova che oggi doveva essere ricucita nelle sue aree e nei suoi comparti ma che, dal 1999, è rimasta nel cassetto.
Redazione Pressa
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