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Aprire la partita IVA rappresenta il primo passo per avviare una nuova attività imprenditoriale o per avviare una carriera da professionista autonomo. Tuttavia, nonostante non vi siano particolari requisiti che impediscono questa possibilità, è altrettanto vero che non tutti possono aprire una partita IVA.
Infatti, l’ordinamento ha definito alcune categorie di persone che non possono aprire la partita IVA per diverse ragioni.
Ma allora quali sono i requisiti necessari per poter aprire la partita IVA in Italia?
I requisiti per aprire la partita IVA
Uno dei requisiti principali per aprire partita iva è essere in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Ma non è l’unico requisito previsto per poter avviare un’attività.
Infatti, i minori di 18 anni non possono aprire una partita IVA. Di conseguenza, per poter aprire la partita IVA il soggetto deve essere maggiorenne.
Ciò è dovuto al fatto che i minori non hanno la capacità giuridica, che rappresenta un requisito indispensabile per poter svolgere un’attività economica in proprio.
Infatti, il minore ha ugualmente la possibilità di lavorare come dipendente o come collaboratore di un’impresa o di un professionista già registrato, ma non potrà essere il titolare dell’attività.
Invece, i maggiorenni hanno la possibilità di aprire una partita IVA, purché siano in possesso dei requisiti richiesti.
Uno dei requisiti più importanti riguarda anche la residenza o la sede legale. Queste infatti, devono essere in Italia. In più, il soggetto deve anche essere in possesso di un codice fiscale e non essere già titolari di una partita IVA attiva.
Ma, nonostante i soggetti con più di 18 anni di età hanno il diritto di aprire una partita IVA, ci sono alcune limitazioni e obblighi da rispettare.
Per quanto riguarda i commercianti, un altro requisito è quello di effettuare l’iscrizione alla Camera di Commercio competente per territorio e pagare il relativo diritto camerale.
È anche necessario scegliere la forma giuridica più adatta alle proprie esigenze. Tra queste vi è la ditta individuale, la società di persone o la società di capitali.
In più, ricordiamo che è anche fondamentale avere una conoscenza approfondita delle norme fiscali e delle procedure amministrative relative alla partita IVA.
Non bisogna, poi, dimenticarsi delle responsabilità fiscali e legali che si assumono nel momento in cui si decide di aprire una partita IVA.
Aprendo una nuova partita IVA, infatti, i titolari sono tenuti a gestire in modo autonomo la propria attività. Devono, inoltre, rispettare le normative fiscali e contabili in vigore.
Chi non può aprire la partita IVA
Tra le categorie di persone che non possono aprire la partita IVA ci sono i dipendenti pubblici. Infatti, questo tipo di lavoratori non hanno la possibilità di aprire una partita IVA proprio a causa delle attività che svolgono all’interno della propria istituzione. L’unica eccezione è che la loro occupazione consiste in attività accessorie e non concorrenti con il lavoro principale.
Ne consegue, quindi, che un professore universitario non può aprire una partita IVA per insegnare nella propria università. Tuttavia, può aprirla per dare lezioni private. Lo stesso discorso vale anche per i medici che lavorano in strutture pubbliche. Infatti, non possono aprire la partita IVA per svolgere l’attività medica all’interno dell’ospedale, tuttavia può esercitare la professione in studio privato aprendo la partita IVA.
Chi ha diritto di aprire la partita IVA deve seguire una semplice procedura telematica con la Comunicazione Unica. Con questo strumento il titolare della partita IVA comunica all’Agenzia delle Entrate l’inizio dell’attività indicando il codice ATECO relativo all’attività svolta e il regime contabile che decide di adottare.
Il titolare dovrà, inoltre, premurarsi di iscriversi al registro delle imprese, ove previsto, e ad aprire le posizioni previdenziali all’INPS o all’ordine di appartenenza. Per questi passaggi è consigliabile rivolgersi ad un commercialista.
Redazione Pressa
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