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L'acqua che c'è ma non viene utilizzata: da San Cesario alla Fossalta

L'acqua che c'è ma non viene utilizzata: da San Cesario alla Fossalta
L'acqua che c'è ma non viene utilizzata: da San Cesario alla Fossalta

Dal bacino irriguo di Altolà di San Cesario costato 5 milioni di euro e inutilizzato da più di dieci anni, alla periferia di Modena dove una ex cava è piena di decine di migliaia di metri cubi acqua di falda dimenticati

Dal bacino irriguo di Altolà di San Cesario costato 5 milioni di euro e inutilizzato da più di dieci anni, alla periferia di Modena dove una ex cava è piena di decine di migliaia di metri cubi acqua di falda dimenticati


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Oltre all'acqua sprecata in condutture colabrodo, sul territorio modenese e non solo c'è anche quella depositata ma non utilizzata. Il bacino irriguo di Altolà, località del Comune di San Cesario sul Panaro, ricavato in una della tante ex cave di ghiaia esaurite e dismesse che negli anni hanno compromesso la morfologia di chilometri quadrati di territorio, è costato 5 milioni di euro, ma dalla metà degli anni 2000 non è mai stato utilizzato. Da più di 10 anni il tema è stato al centro delle denunce delle associazioni ambientaliste, comitati e, in questi giorni in cui la siccità la fa da padrone insieme al tema ritornato di attualità di un piano per la creazione di bacini irrigui, della denuncia del Consigliere comunale di Rinascita locale Mirco Zanoli: 'Siamo di fronte ad un clamoroso caso di spreco e di miopia politica di chi governa il territorio sbandierando progetti senza portarli a termine. In questo caso l'opera è costata 5,2 milioni di euro che potrebbero aumentare per rimediare al fallimento' - afferma il Consigliere.

Lo scopo di tale opera sarebbe stato fornire acqua agli agricoltori per le irrigazioni risparmiando quella di falda.
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'Nella scorsa amministrazione giurarono e spergiurarono che il suo scopo fosse unicamente quello, negando altre possibili destinazioni, come ad esempio fornire acqua al futuro e adiacente mega frantoio' - sottolinea Zanoli che sullo stallo decennale chiama in causa l'Amministrazione di San Cesario per rimediare alla situazione garantendo l'utilizzo del bacino. Uno dei più grossi della regione, progettato negli anni ’90, collaudato nel 2009 e che doveva essere utilizzato nelle stagioni di siccità, ma che oggi giace inutilizzato e lasciato alla mercé dell’incuria. Da qui il rimpallo di responsabilità tra passate ed attuali amministrazioni evidenziano per Zanoli responsabilità politiche che devono essere affrontate.



Quello di Altolà è solo uno dei diversi bacini che dall'alto caratterizzano il territorio modenese. Proprio alle porte di Modena, ce n'é un altro dimenticato. Sempre in una ex cava dal quale si sono estratte per anni migliaia di metri cubi di materiale per la realizzazione di mattoni. Ora riempito da acqua di falda, quindi potenzialmente utilizzabile. Un bacino che si è creato in maniera naturale, perchè alimentato da acqua di falda, ma che non si è mai ipotizzato, almeno ufficialmente, di utilizzare fronteggiare periodi di siccità.
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Forse i costi di impianti e di energia da utilizzare per il sollevamento potrebbero non valere la quantità di acqua prelevata, qui solo intorno ad alcune decine di migliaia di metri cubi, ma la vastità di acqua che per circa un chilometro si estende davanti ai nostri occhi è davvero impressionante se la si relazione al bisogno di risorsa idrica del territorio e delle colture in questo periodo di siccità.



 
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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