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'Lasciateci lavorare': il grido dei ristoratori riempie piazza Grande

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Più di 300 titolari e gestori alla manifestazione spontanea sotto il Municipio: 'Incomprensibile la chiusura alle ore 18. Fateci solo lavorare'


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Alle 18, ora del lockdown per ristoranti e bar imposto dal nuovo DPCM, che restringe ad una settimana dal precedente, i limiti per le aperture serali, le vie del centro di Modena sono molto più buie e silenziose del solito. Ma in piazza Grande l'atmosfera si anima. In pochi minuti, provenienti da ogni angolo del centro storico decine di ristoratori e baristi, titolari e gestori, dopo avere abbassato, o oggi nemmeno aperto, la serranda, si riuniscono in quella manifestazione spontanea che alcuni, Comune compreso, avrebbe sperato di vedere annullare e di non vedere ma che in realtà ha preso forma, con numeri sempre più importanti mano a mano che passavano i minuti. Fino a riempirla, quella piazza, nel rispetto delle distanze, fino ad arrivare a corso Duomo, Canalchiaro e Piazza XX Settembre. Senza disordini, senza tensioni.

Decine e poi centinaia, tutti con in mano un piccolo cartello con su scritto: 'Ci avete messo con il culo per terra'. Quello che loro, per mantenere le distanze e per dare forma a quella frase, pongono sui sassi della piazza, a sedere, in silenzio, per ascoltare ed applaudire la voce di chi decide di imbracciare il megafono ed esprimere il proprio disagio. Il disagio di chi non capisce come le regole che valgono per servire un panino o un caffé alle 13 non possono valere per il pomeriggio o la sera. Il perché essere obbligato a chiudere il locale per ubbidire ad un obbligo imposto da quello stesso governo che fino al giorno prima ha imposto di rispettare regole ferreee e di investire per garantire sanificazione e distanziamento sociale, come prezzo da pagare per potere aprire e lavorare. Lavorare.

Un verbo che spicca nelle parole e che è scritto sui cartelli. Lavorare, in sicurezza. Come dopo il lockdown i ristoratori avevano ripreso a fare. 'Vogliamo continuare ad applicare e rispettare le regole per aiutare il nostro paese, ma vogliamo lavorare perché se non c'è lavoro non ci saranno più entrate per lo Stato, non ci sarà sanità'



L'appello è al governo ed il riferimento ad un decreto che tutti, in quella piazza, giudicano incomprensibile. 'In questi mesi abbiamo investito per garantire sicurezza, accettando di lavorare meno, per la sicurezza, ma di lavorare e di sopravvivere in attesa di tempi migliori, ma così è difficile, anzi impossibile tirare avanti'. La partecipazione supera ogni aspettativa. Il passa-parola in tempo reale anche attraverso la dirette video come quella de La Pressa, seguita da centinaia di utenti, si diffonde anche tra coloro che erano rimasti all'annuncio da parte dell'associazione ristoratori della provincia di Modena che la manifestazione era stata annullata, a seguito dell'udienza avuta in Comune. Da parte di un gruppo ristretto di rappresentanti, dal quale a decine si sono via via dissociati, convinti e uniti nel ritenere opportuno scendere in piazza. Fondando addirittura un nuovo gruppo 'Associazione modenese ristoratori' che da domani sarà associazione formalizzata. Non per opporsi all'amministrazione comunale, nella consapevolezza che rispetto ad un decreto del governo funzionale ad uno stato dichiarato di emergenza il comune poco può fare, ma per avere nell'istituzione locale un ascolto ed una cassa di risonanza per fare arrivare la voce della protesta e delle proposte sul piano regionale e nazionale.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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