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Il pilota della Rossa conquista il successo nell’esordio stagionale, mantenendo la pole position conquistata sabato e riportando il Cavallino a un primo posto che mancava da Singapore 2019 con Vettel. Doppietta Ferrari dunque sul podio davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton, che ha approfittato di un problema occorso a Sergio Perez (Red Bull). Anche l’altra Red Bull di Max Verstappen è costretta al ritiro a due giri dal termine per un problema di affidabilità. La top-5 è completata dalla Mercedes di George Russell e dal sorprendente Kevin Magnussen (quinto in Haas). Sesta posizione per Valtteri Bottas (Alfa Romeo). Da segnalare il ritiro di Pierre Gasly con la sua Alpha Tauri che ha preso fuoco.
La gara
Dopo 5 giri Leclerc e Verstappen vanno già via. Dopo 10 i quattro - una Ferrari, una Red Bull, una Ferrari, una Red Bull - si distanziano, di 2 secondi e mezzo l'uno dall'altro, col distacco in aumento. Perez invece sorpassa Hamilton. La Mercedes saltella scorbutica e indomata. L'inglese è il primo a cercare l'undercut: al rientro con le gomme gialle dure e fredde va lungo e ne approfitta - per un piccolo momento storico della Formula Uno - il cinese Zhou Guanyu. Un momento che dura pochissimo. Verstappen nel frattempo lamenta via radio 'zero trazione'. Sarà la prima lacrima di un pianto tecnico. Rientra al quindicesimo, con Sainz. Il box Ferrari convoca Leclerc, al giro successivo. Quanto torna in pista il Ferrarista trova il campione del mondo con le gomme calde, in Drs. Un duello da botta e risposta in tre curve: il monegasco in catenaccio.
Replica al giro successivo, delirio. E ancora una terza volta, con Leclerc che incassa e si vendica. Un rosario di emozioni. Poi basta: la F1-75 infila una scia divina, il rivale detta in radio tutti i problemi che accusa. Al trentesimo passaggio ci sono 4 secondi quasi di margine. Entra in gioco la strategia-gomme. Verstappen, di nuovo, cambia per primo. In fotocopia risponde la Ferrari. Nel resto del mondo che gli corre attorno la Haas di Magnussen sale in ottava posizione dopo aver passato Gasly: uno che dieci giorni fa era in vacanza a Miami.
Al giro 44 il distacco aumenta quasi a 5 secondi: le Red Bull montano le rosse e tentano i tre pitstop. La Ferrari invece tiene in pista Leclerc, ma l'olandese è abbonato a San Safety Car, o almeno crede: la monoposto di Gasly va in fiamme a bordo pista, reset. Leclerc rientra ai box e ne esce, di nuovo, ingaggiato in battaglia. Un replay del 'dramma' che ha chiuso il Mondiale passato. Ma quello, appunto, è il passato. Un fantasma altrui. Alla bandiera verde mancano sei giri, e stavolta il destino non fa scherzi. Leclerc sgomma via, Sainz si attacca alla coda di Verstappen e lo marca stretto. La Red Bull implode. A due giri dalla fine si ritira prima Verstappen, poi Perez. Per problemi tecnici. Il traguardo è rosso, le Ferrari lo trapassano come un toro in corrida. Sakhir non è più il deserto di Hamilton, non più. C'è scritto Ferrari sulla sabbia.
Foto Italpress