Gastrite e intolleranza al lattosio: i sintomi, i rimedi e la dieta
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Gastrite e intolleranza al lattosio: i sintomi, i rimedi e la dieta

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I primi sintomi dell'intolleranza al lattosio sono prevalentemente di natura gastrointestinale. L'approfondimento della dottoressa Taschini di Fisio Line


Gastrite e intolleranza al lattosio: i sintomi, i rimedi e la dieta
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Continua la rubrica di informazione dal Poliambulatorio Fisio Line di Modena. Oggi parliamo di intolleranze alimentari e dei possibili rimedi. Un approfondimento curato dalla dottoressa Marta Taschini, biologa responsabile di laboratorio.

I primi sintomi dell'intolleranza al lattosio sono prevalentemente di natura gastrointestinale. Crampi addominali, mal di stomaco, senso di gonfiore alla pancia, frequenti episodi di diarrea o al contrario stitichezza, sindrome del colon irritabile, flatulenza, eruttazioni, nausea, reflusso gastroesofageo e vomito sono solo i principali sintomi, non invalidanti, ma sicuramente capaci di compromettere, a lungo andare, una buona qualità della vita, oltre a manifestare un'attività intestinale scorretta.
Per non correre il rischio di incorrere anche in problematiche più serie, quale l'infiammazione acuta dello stomaco ossia alla gastrite, è meglio correre subito ai ripari. Vediamo insieme come fare.

COS'È LA GASTRITE?
Distinguiamo la gastrite in acuta e cronica.


La acuta è transitoria e può essere causata da un alimento o bevanda ingeriti con noncuranza, oppure da un momento di forte stress o nervosismo, e causa bruciore a livello gastrico e malessere.
La gastrite cronica al contrario di quella acuta è generalmente silente: la sintomatologia più evidente è rappresentata dal rallentamento delle funzioni digestive, anche se talvolta possono manifestarsi in aggiunta ad essi stanchezza, debolezza, mal di testa e difficoltà della respirazione.



Questi sintomi, che sono comuni in seguito ad affaticamento o cambio stagione, sono così diversi e comuni che spesso non vengono attribuiti subito alla gastrite.

QUALI CAUSE POSSONO SCATENARE UNA GASTRITE?
Sono diverse le cause che possono provocare una gastrite, a cominciare dalla presenza in eccesso di Helicobacter pylori, un batterio capace di colonizzare e infettare lo stomaco. In genere questo tipo di infezione, piuttosto frequente, avviene durante l’infanzia.

Il batterio riesce ad attraversare lo strato di mucosa che protegge la parete interna dello stomaco e a colonizzare i tessuti circostanti, dando il via a una serie di risposte infiammatorie di vario tipo, tra le quali la gastrite.
Anche alcuni virus possono essere all'origine di questa patologia, soprattutto nei pazienti immunodepressi, come ad esempio il Citomegalovirus, così come l'uso prolungato di alcuni farmaci che interferiscono con la produzione di sostanze protettive contenute nella mucosa gastrica.

La causa di tale incapacità è la carenza o addirittura l'assenza dell'enzima lattasi, normalmente presente sul bordo delle cellule intestinali ma che spesso indebolisce la sua attività nel corso degli anni, e in particolare nel passaggio dalla prima infanzia all'età adulta, rendendo così complicato o perfino impossibile digerire adeguatamente latte e latticini. In sostanza il lattosio, senza l'enzima che lo scompone, giunge nell’intestino non digerito e questo fa sì che a livello del colon venga attaccato dalla flora batterica che lo fermenta, producendo scorie e gas prevalentemente costituiti da idrogeno e metano che provocano i conseguenti e inevitabili disturbi gastrointestinali di cui soffrono gli intolleranti al lattosio, tra cui la gastrite.
L'assunzione di lattosio attraverso il latte o alcuni dei suoi derivati, da parte di un soggetto intollerante comporta quindi una serie di fastidi che possono arrivare a tramutarsi anche in problemi più gravi. Oltre ai dolori alla pancia è frequente la presenza di gonfiore addominale e sensazione di pesantezza protratta nel tempo. Ma come essere certi che la gastrite che ci affligge dipenda proprio da un'intolleranza al latte?

COME ACCERTARSI DI AVERE UN'INTOLLERANZA LA LATTOSIO?
Senza perdere troppo tempo in supposizioni, recatevi subito da un medico specialista in alimentazione e fatevi guidare dai consigli che scaturiranno da una visita accurata e da domande sul vostro stato di salute e sulle vostre abitudini alimentari.



Una prima diagnosi sarà fondamentale per capire la necessità o meno di effettuare altri esami, come il Breath Test. Meglio conosciuto come 'test del respiro', questo semplice esame eseguibile a livello ambulatoriale e che consiste nel bere a intervalli regolari una miscela di acqua e lattosio, servirà a misurare l'assorbimento di questo zucchero da parte dell'apparato digerente, un controllo necessario per stabilire se il paziente sia in grado di digerirlo.
Semplicemente soffiando all’interno di una cannuccia, attraverso un’analisi dell’aria espirata sarà possibile comprendere se si è affetti da intolleranza al lattosio. Come espresso poco fa, infatti, il lattosio senza l’enzima lattasi fermenta nell’intestino creando gas costituito da idrogeno. Se nell’aria soffiata tramite il Breath Test risultano tracce di idrogeno, sarà possibile scrivere una diagnosi collegata a una intolleranza al lattosio.

QUALI RIMEDI ADOTTARE?
Purtroppo, quando si ha a che fare con le allergie e con le intolleranze alimentari, come la celiachia e l'intolleranza al lattosio, non è possibile parlare di prevenzione, ma si possono ovviamente adottare delle diete e altre valide soluzioni per ritrovare il benessere psicofisico compromesso.
Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, una gastrite di lieve entità è facilmente risolvibile attraverso la correzione di alcuni comportamenti alimentari scorretti e solo nei casi meno frequenti in cui la malattia assume una connotazione cronica o particolarmente aggressiva le terapie dovranno essere più drastiche, come vi suggerirà il medico stesso.
Quindi, se il vostro problema non ha ancora assunto aspetti più gravi del normale, vi basterà modificare le vostre abitudini alimentari e la vostra dieta per stare di nuovo meglio. Un nutrizionista saprà consigliarvi una dieta idonea al vostro caso, molto spesso a base di prodotti che non presentano inizialmente il lattosio.
Una dieta corretta a base di frutta e verdura, come quella proposta dalla dieta mediterranea sarà un toccasana per ristabilire una regolarità alimentare perduta da tempo.

QUALI CIBI PRIVILEGIARE E QUALI EVITARE?
Se la vostra gastrite è provocata da un'intolleranza al lattosio, il soggetto intollerante dovrà adottare una dieta priva di lattosio, ma ciò non significa che dovrà rinunciare ai benefici del latte e dei suoi derivati: fortunatamente, infatti, oggi esistono in commercio numerosi prodotti delattosati ma capaci di fornire il giusto fabbisogno giornaliero di latte e latticini senza lattosio e ad alta digeribilità. Quindi via libera alla leggerezza del latte delattosato nelle sue molte declinazioni, ad esempio, ma anche allo yogurt, fonte preziosa di proteine, vitamine e molte altre proprietà nutritive fondamentali per il nostro organismo.
Nessun problema nel consumo di pasta, riso e cereali integrali, avena, patate, pane ben cotto (meglio se senza mollica o leggermente tostato), crackers, fette biscottate, frutta matura e verdura di stagione, con una predilezione per cavolo, finocchi, carote e zucchine, che contribuiscono ad alleviare i dolori di stomaco, e variando quando possibile i colori per favorire un corretto introito di vitamine e sali minerali.
Per i condimenti scegliete sempre l'olio extravergine d'oliva a crudo, da usare comunque con moderazione. State attenti alle confezioni dei prodotti che acquistate, soprattutto prestate occhio alle etichette. Alcuni alimenti hanno al loro interno prodotti a base di latte, come per esempio il prosciutto cotto, per mantenere al meglio la loro conservazione.
E per i formaggi? Bisogna eliminarli completamente se si deve seguire una dieta priva di lattosio? In realtà no, o meglio non del tutto. E questo perché molto formaggi non contengono lattosio o ne contengono in basse quantità. I formaggi ad alta stagionalità, infatti, a causa del lungo processo di stagionatura vengono privati del lattosio presente ad inizio lavorazione. Tale trasformazione è riscontrabile nel: Parmigiano DOP stagionato 24 mesi o 36 mesi, Emmenthal e Groviera, Gorgonzola, Fontina, Pecorino stagionato 36 mesi, Provolone.
Come vedete un soggetto intollerante al lattosio non deve per forza privarsi del gusto e del piacere. Esistono, tuttavia, formaggi freschi come la mozzarella, la ricotta e stracchino che contenendo alti valori di lattosio devono, invece, essere consumati solo se delattosati.

Anche le carni bianche e il pesce fresco, soprattutto quello magro, non presentano nessuna controindicazione se assunti all'interno del regime alimentare quotidiano. Lo stesso vale per gli affettati magri e senza lattosio come il prosciutto crudo e la bresaola, la coppa (evitare la mortadella ) e tutti quei cibi preparati con metodi di cottura salutari, ad esempio a vapore, ai ferri, al forno, al cartoccio, in padella antiaderente, con poco condimento e cotture brevi. E ancora alla griglia o alla piastra, facendo però molta attenzione a non bruciare la pietanza.
Cercate di privilegiare le preparazioni semplici e poco condite, di mangiare poco e spesso rispettando i 3 pasti giornalieri principali e i 2 spuntini di metà mattina e metà pomeriggio e di masticare lentamente ogni boccone. Bevete molta acqua naturale (almeno 1,5 l al giorno) e concedetevi anche tisane e infusi a base di camomilla, finocchio, malva, liquirizia o anice, ottime per alleviare i disturbi gastrointestinali: un corretto apporto di liquidi è fondamentale.
Per favorire la digestione durante la giornata e azzerare i dolori dovuti alla gastrite, provate a prende l'abitudine di bere un bicchiere di acqua e limone la mattina. Il limone, infatti, ha una funzione alcalinizzante e neutralizza l’acidità gastrica.
Meglio evitare, invece, i cibi ricchi di grassi come le carni rosse; i pesci molto grassi o conservati, ad esempio quelli sotto sale, sott' olio o affumicati; la frutta secca; sughi cotti e intingoli vari; condimenti grassi a base di burro o strutto; brodi di carne; bevande alcoliche, soprattutto i superalcolici; bibite gassate e caffè.
Ridurre drasticamente o rinunciare a questi cibi per un periodo più o meno breve, che può variare da 1 a 3 mesi in base al parere del medico, per poi, laddove possibile, cominciare a reintrodurli gradualmente e senza eccessi.

Marta Taschini, biologa responsabile di laboratorio.
Riceve a Modena presso il Poliambulatorio Fisio Line
Tel. 059 303201

Redazione Pressa
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