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La Pressa
'Dobbiamo decidere se ci sono le condizioni per continuare l’attività del Governo'. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo al Senato per le comunicazioni in seguito alla crisi aperta dal mancato voto di fiducia del M5s al Dl Aiuti. Le dimissioni, ha spiegato, sono state una scelta 'sofferta quanto dovuta, perché è venuta meno la maggioranza di unità nazionale' che era alla base dell’azione dell’esecutivo. Draghi ha rivendicato i risultati del Governo, sottolineando che però 'la maggioranza si è progressivamente sfaldata'.
'Non votare la fiducia di un governo di cui si fa parte è un gesto politico evidente - ha detto riferendosi ai 5 Stelle -. Non è possibile ignorarlo, non è possibile contenerlo perché vuol dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum.
L’unica strada se vogliamo ancora rimanere insieme è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani. La mobilitazione di questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare'. E poi ha sottolineato il sostegno dei sindaci e dei sanitari.
'I partiti, e voi parlamentari, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo dei primi mesi e che poi si è affievolito? Sono qui in quest'aula oggi, a questo punto della discussione, solo perché gli italiani lo hanno chiesto. La risposta a questa domanda non dovete darla a me ma a tutti gli italiani'. Parole che sono state seguite da contestazioni da parte di alcuni senatori. Insomma Draghi apre a un bis e di fatto fa marcia indietro sulle dimissioni dei giorni scorsi.
Dopo il dibattito e le repliche del premier, ci saranno le dichiarazioni di voto fino quando partirà la chiama per la fiducia. L’esito non è scontato, anche se ieri sera sia il segretario del Pd Enrico Letta, sia il leader di Italia Viva Matteo Renzi, hanno espresso un moderato ottimismo. Resta da vedere come si comporterà il centrodestra di Governo, che ieri si è riunito a Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, e che in serata, dopo le polemiche per l’incontro tra il presidente del Consiglio e il segretario pd si è recato da Draghi a Palazzo Chigi. Domani la discussione si sposterà alla Camera.
Draghi non se ne va: 'Ricostruiamo daccapo il patto'

'I partiti, e voi parlamentari, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo dei primi mesi'

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'Non votare la fiducia di un governo di cui si fa parte è un gesto politico evidente - ha detto riferendosi ai 5 Stelle -. Non è possibile ignorarlo, non è possibile contenerlo perché vuol dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum.
L’unica strada se vogliamo ancora rimanere insieme è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani. La mobilitazione di questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare'. E poi ha sottolineato il sostegno dei sindaci e dei sanitari.
'I partiti, e voi parlamentari, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo dei primi mesi e che poi si è affievolito? Sono qui in quest'aula oggi, a questo punto della discussione, solo perché gli italiani lo hanno chiesto. La risposta a questa domanda non dovete darla a me ma a tutti gli italiani'. Parole che sono state seguite da contestazioni da parte di alcuni senatori. Insomma Draghi apre a un bis e di fatto fa marcia indietro sulle dimissioni dei giorni scorsi.
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Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
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