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La 32esima edizione di AngelicA Festival prosegue questa sera alle 20.30 al Teatro San Leonardo di Bologna, con il suono della nuova musica brasiliana di Amaro Freitas: questo concerto è la prima occasione, in Italia, di ascoltarlo in un recital di piano solo. Lo stato brasiliano nord-orientale del Pernambuco, da cui Amaro Freitas proviene, è un’area ricca di culture e tradizioni che hanno segnato profondamente il prodigioso giovane pianista, il cui approccio percussivo allo strumento è debitore dei ritmi tradizionali brasiliani nordestini, come il Maracatu afro-brasiliano, e della frenesia del frevo e del baião, quanto del suono dei suoi idoli giovanili come Thelonius Monk, Chick Corea e Gonzalo Rubalcaba.
Il suo album di debutto autoprodotto, Sangue Negro (2016), attraversava trasversalmente il minimalismo, il bebop, l’afrojazz, la samba e il frevo, e ha permesso ad Amaro di conquistare il suo paese d’origine, ma sono state le uscite di Rasif (2018) e Sankofa (2021) per la britannica Far Out Recordings a fargli ottenere l’apprezzamento della critica internazionale, che ha lodato la complessità ritmico-armonica del suo trio e la sua maturità, nonostante la giovane età, nel saper conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo del tutto personale.
Una caratteristica, questa, che emerge ancor più nella dimensione del solo, che tende a liberarsi dalle forme esistenti per spaziare trasversalmente da reminiscenze dello stride jazz di Tatum all’impressionismo di Satie, dall’Africa ancestrale alle rarefazioni percussive del piano preparato di John Cage. Amaro Freitas, come molti grandi prima di lui, iniziò a suonare il piano in chiesa all’età di 12 anni sotto la guida di suo padre.
Malgrado il talento evidente, potè però frequentare solo per breve tempo il Conservatorio Pernambucano di Musica, che dovette abbandonare per ragioni economiche, e proseguì suonando per matrimoni e lavorando in un call center per pagarsi le lezioni di pianoforte. Racconta che, all’età di 15 anni, rimase folgorato dal vedere un concerto di Chick Corea in DVD, «non avevo mai visto niente del genere, ma sapevo che era quello che volevo fare con il pianoforte».
Nonostante non possedesse uno strumento, si esercitava su tastiere immaginarie nella sua camera da letto, finché riuscì a stringere un accordo con un ristorante locale per esercitarsi prima dell’orario di apertura. A 22 anni era pianista residente presso il leggendario jazz bar Mingus, dove incontrò Jean Elton e Hugo Medeiros, i membri del suo trio, tutt’ora in attività.
Freitas ha anche collaborato nel 2018 con l’artista vincitore del Grammy Lenine per il suo progetto Lenine em Trânsito, e nel 2020, come pianista e arrangiatore, con uno dei più grandi artisti brasiliani di tutti i tempi, Milton Nascimento, per l’EP Existe Amor (2020), con la partecipazione del famoso rapper brasiliano Criolo. Freitas suona prevalentemente all’estero con il suo trio (ancora in tour per presentare il loro terzo album Sankofa), e la data di AngelicA sarà la prima occasione in Italia per ascoltarlo in un recital di piano solo.
Stefano Soranna
Redazione Pressa
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