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Dal 2015, con candidature rese pubbliche dal PEN International (la massima associazione mondiale per la tutela e la promozione degli scrittori), il nome di Francesco Benozzo circola ogni anno tra i candidati al Nobel Letterario. Per regolamento, l’Accademia di Svezia mantiene segrete le candidature per 50 anni, ma è facoltà degli enti e delle accademie che avanzano le proprie nomination di renderle pubbliche. In questi giorni due prestigiose Accademie scientifico-letterarie internazionali hanno ufficializzato il nome di Francesco Benozzo annunciando pubblicamente di averlo candidato con lettere e relativa documentazione presso l’Accademia di Svezia. Si tratta della Global Academy of Liberal Arts e del Partnership Studies Group.
Sul sito delle due accademie si motiva la candidatura col fatto che “Il lavoro poetico di Benozzo è straordinario, penetrante e vasto, ed è incentrato sull’intensa e diffusa esplorazione dei luoghi, con le loro poetiche mappature del sé e del mondo, attraverso gli Appennini, la Galizia, il Galles, il Lake District e le Isole Faroer.
L’aspetto più distintivo della sua produzione è il recupero e la valorizzazione delle tradizioni native del mondo, attraverso la sua ricerca scientifica, la sua poesia e i suoi poemi performativi con l’arpa celtica e bardica. Il suo approccio alla vita e alla letteratura è sempre stato caratterizzato da un impegno attivo nel dibattito intellettuale e nella vita pubblica, una pratica artistica di pensiero critico e dissidenza civile che ritiene essere un ruolo e una missione fondamentale dell’artista. È autore di lunghi poemi epico-orali tradotti nelle principali lingue”.
E ancora, “Benozzo attraversa creativamente generi diversi con straordinaria bellezza e originalità, bilanciando il potere visionario con una lettura approfondita dei paesaggi vissuti attraverso e nel corpo fisico. Benozzo ha la capacità inimitabile di riconquistare la parola originale quando ha dato il nome al mondo per la prima volta. Poema dopo poema, egli attua certamente una rivoluzione dell’idea stessa di poesia: con la sua dimensione atemporale e universale, è l’Omero della post-modernità”.
Redazione Pressa
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